Prostituzione in piazza Mercatale, dissequestrati tre appartamenti

Tre delle otto case sequestrate dalla procura di Prato nell'ambito dell'inchiesta sulla prostituzione in piazza Mercatale, sono tornate nella disponibilità dei proprietari. Lo scrive oggi, mercoledì 10 febbraio, La Nazione. Il Tribunale del riesame ha accolto la richiesta di dissequestro presentata dagli avvocati di uno dei proprietari delle abitazioni a cui la guardia di finanza aveva messo i sigilli al termine del blitz che lo scorso 24 novembre assestò un duro colpo alla macchina della prostituzione cinese nel centro storico, in particolare nella zona di piazza Mercatale. Va in fumo l'auspicio del sindaco Biffoni di ottenere la confisca degli immobili da destinare poi all'emergenza abitativa. Biffoni aveva scelto Notizie di Prato per annunciare la richiesta al Governo di mettere in moto un meccanismo per permettere al Comune di entrare in possesso delle case utilizzate per attività illegali per dare risposte alle famiglie alle prese con gli sfratti (LEGGI). Per l'inchiesta sulla prostituzione cinese questo, al momento, non sarà possibile. Trentotto gli indagati nell'inchiesta dei sostituti Sangermano e Canovai: ventidue cinesi, tra cui diciotto donne, e sedici italiani tra i quali i proprietari di immobili affittati e dove le prostitute ricevevano i clienti adescati per strada. Tra gli indagati anche un carabiniere. Gli altri numeri dell'inchiesta: dieci appartamenti controllati oltre a quelli sequestrati, 60 perquisizioni tra Prato, Firenze e Monza. Un'organizzazione gestita esattamente come un'impresa, secondo il procuratore capo Giuseppe Nicolosi. Secondo il Riesame, i proprietari non sono responsabili dell'uso che veniva fatto delle loro case se non c'è un legame diretto tra l'affitto e l'attività di prostituzione e se il canone di affitto è quello di mercato.