Sono una decina i soci della Popolare di Vicenza a cui l'istituto, su ordine del giudice, ha consegnato o consegnerà i documenti relativi all'acquisto delle azioni. Ieri, mercoledì 6 aprile, l'ufficiale giudiziario si è presentato alla filiale de Il Pino e ha mostrato l'ingiunzione con la quale il giudice di pace ha dato ragione a due azionisti che, a tre mesi dalla richiesta della documentazione, non hanno ricevuto risposta. Risultato: la banca ha subito aperto i cassetti. L'avvocato Luca D'Alessandro Pilacci ha attivato la procedura di pignoramento delle carte per una decina di azionisti di Prato e di Pistoia. Negli ultimi due casi, quelli di ieri, il giudice non solo ha concesso l'ingiunzione ma ha anche esonerato gli azionisti dall'ulteriore attesa di 10 giorni entro i quali l'istituto di credito deve rispondere. Consegna immediata, insomma. I rapporti tra la Popolare di Vicenza e la fetta di azionisti ribelli si fanno sempre più tesi. La documentazione è necessaria a promuovere le azioni legali e la banca si è presa molto più dei tre mesi di tempo previsti dall'articolo 119 del testo unico bancario per rispondere. In alcuni casi ne sono passati 5-6, da qui la decisione di avviare un percorso coattivo. Tempi duri, durissimi per i soci che hanno acquistato le azioni della Popolare di Vicenza a 62 euro e 50 e oggi si ritrovano nel portafogli solo briciole.