Banca popolare di Vicenza verso gli aiuti di Stato. Il “decreto salva-banche” è il traguardo verso cui marcia l'istituto vicentino e che sembra più vicino dopo il primo giudizio rilasciato dalla Bce che al Mef ha “confermato la sussistenza dei requisiti necessari per accedere alla misura di ricapitalizzazione precauzionale. In particolare, la banca europea – scrive in un comunicato la Popolare di Vicenza – “sulla base dei coefficienti patrimoniali consolidati al 31 dicembre 2016, la Banca è attualmente solvente rispettando i requisiti minimi di capitale; non risultano invece rispettati i requisiti di capitale di Pillar 2 (sistema di valutazione dell'adeguatezza patrimoniale in relazione al profilo di rischio) e di combined buffer (conservazione del capitale)”. In più, lo shortfall all'esito dello stress test del 2016, secondo Bce, “si traduce in un fabbisogno di capitale di 3,3 miliardi di euro”. “Tale fabbisogno – si legge – servirà poi a definire l'ammontare effettivo di ricapitalizzazione precauzionale oggetto di determinazione da parte delle autorità competenti”. Lo scorso 23 marzo, BpVi ha ha presentato un'istanza per ricevere la garanzia statale su ulteriori 2,2 miliardi di emissioni di prestiti obbligazionari, istanza “finalizzata a stabilizzare il profilo di liquidità” la cui capacità di far fronte a prolungati problemi di disponibilità è stata “negativamente influenzata dalla situazione di incertezza”.
“L'intenzione di accedere alla ricapitalizzazione precauzionale – scrive la Popolare di Vicenza – è finalizzata a realizzare il rafforzamento patrimoniale richiesto dalla Bce nell'ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale e necessario a implementare il nuovo piano industriale 2017-2021 nel quale è prevista la fusione con il gruppo Veneto banca. L'iter per usufruire del decreto salva-banche è già stato formalmente avviato.
Nei giorni scorsi, con l'approvazione del bilancio 2016 chiuso con un rosso di circa 2 miliardi, i vertici della BpVi hanno confermato l'azione di responsabilità nei confronti dell'ex direzione generale e la costituzione di un fondo da 30 milioni destinato agli azionisti che versano in condizioni disagiate (leggi).