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Per i circoli il lockdown è già iniziato: “Decisione penalizzante, il nostro è un ruolo anche sociale”


A Prato sono coinvolti 55 dipendenti, 5 gestori e 23 collaboratori con contratti atipici. L'Anci regionale con Biffoni chiede al governo di tornare su suoi passi


Redazione


I circoli Arci e Acli sono le cenerentole fra i settori colpiti dall'ultimo Dpcm; per loro la chiusura stabilita dal Governo è totale, a differenza di bar e pizzerie che possono stare aperti fino alle 18 e offrire il servizio d'asporto.
Una decisione che rischia di mettere in ginocchio molti circoli, già duramente provati dal precedente lockdown,. “Siamo amareggiati per la scelta fatta – spiega Enrico Cavaciocchi presidente provinciale Arci – non è stato riconosciuto il nostro valore sociale. Ci auto finanziamo, facciamo progetti sociali e di solidarietà e la nostra forma di sostentamento sono l'attività di somministrazione. Anche un caffè per noi è fondamentale”.
Dietro ai circoli, oltre ai volontari, ci sono anche tante famiglie che, ancora una volta, dovranno fare i conti con le casse integrazioni. “Abbiamo 55 dipendenti – spiega Roberta Bardazzi dirigente Arci – a cui vanno aggiunti 5 gestori e 23 contratti atipici che non rientrano in nessun ammortizzatore sociale che durante la quarantena abbiamo cercato di sostenere economicamente. In tutto questo, probabilmente, non rientriamo neppure nei sostegni previsti dal decreto Ristori. Siamo preoccupati anche per alcuni circoli che a gennaio probabilmente saranno costretti a chiudere”
I circoli Arci sono un vero presidio per il territorio, a Terrigoli ad esempio, è prevista anche la vendita di alimenti, attività che per ora resta aperta, mentre a San Quirico il circolo è l'unico punto ristoro. “Nonostante durante la quarantena i nostri soci hanno lavorato per garantire i pasti e la spesa a chi aveva bisogno – continua Cavaciocchi- i finanziamenti a fondo perduto non ci sono toccati, abbiamo avuto accesso ai prestiti destinati alle Pmi, e quindi ci siamo indebitati per 350mila euro.”
Contro la chiusura dei circoli è intervenuto anche Matteo Biffoni in qualità di presidente dell'Anci Toscana “Il Governo tenga conto di questa situazione e ponga rimedio a quello che ritengo sia solo un errore di valutazione, facendo riaprire almeno l'attività di somministrazione. Bisogna farlo subito, però, se non vogliamo perdere quelli che sono presidi sociali straordinari delle nostre comunità, che anche nella pandemia hanno avuto un ruolo importante, ad esempio nella distribuzione della spesa agli anziani". 
Sulla stessa linea l'assessore allo sviluppo economico del Comune di Prato Benedetta Squittieri: "Pur comprendendo la necessità indiscutibile di limitare i contagi, non si capisce perché imporre la chiusura totale là dove potevano essere previste norme più stringenti di accesso e distanziamento I circoli sono un punto di riferimento sociale prezioso, soprattutto in questo momento dove dobbiamo garantire il distanziamento interpersonale ma al contempo evitare con ogni mezzo di far sentire le persone sole".
A richiedere un ripensamento al Governo anche il segretario del Pd Provinciale Gabriele Bosi: “In questa fase, complicata per tutti, è importante tutelare anche i circoli sociali, ricreativi e culturali per evitare di mettere a rischio la tenuta stessa di una vera e propria rete sociale che è stata in prima linea anche nella fase più difficile del lockdown, e che merita di essere sostenuta. E’ giusto intervenire per chiedere una correzione su questo punto e sollecitare anche un intervento, per quanto possibile, anche da parte della Regione Toscana. Nessuno deve essere lasciato solo, neanche i Circoli". Fa eccezione alle chiusure il circolo arci La libertà di Viaccia che può restare aperto grazie al fatto di essere titolare di licenza pubblica.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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