10.11.2015 h 13:01 commenti

Papa Francesco dal pulpito: "Grazie pratesi per quello che fate per l'integrazione"

Alle 8.25 Francesco ha preso la parola dal pulpito e ha parlato per una decina di minuti. I temi dell'accoglienza e del lavoro nelle parole del pontefice che, ricordanto la tragedia di via Toscana, ha condannato lo sfruttamento e le condizioni disumane di tanti lavoratori. Il vescovo: "Siamo una comunità laboratorio di convivenza, laboriosità, intraprendenza, solidarietà e spiritualità"
L'arrivo del Papa in piazza Duomo e il suo discorso integrale
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno”! Sono le prime parole che papa Francesco pronuncia affacciandosi dal pulpito di Donatello, alle 8.25. La folla lo accoglie con un lunghissimo applauso, in coro chiama il suo nome e sventola le bandiere con i colori del Vaticano distribuite a migliaia già dall'alba. Francesco dà uno sguardo a piazza Duomo percorrendo il semicerchio del pulpito e lo spettacolo è quello di una festa multietnica, multicolore, multilingue. Multitutto insomma, come l'anima più vera della città, proprio quella che lo ha convinto a fare tappa qui prima che a Firenze. “Siamo stati serviti da Dio che si è fatto nostro prossimo, per servire a nostra volta chi ci sta vicino. Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere”. Quella a Prato è la prima uscita ufficiale del pontefice dopo lo scandalo Vatileaks ma sono l'accoglienza prima e il “lavoro in condizioni disumane e di sfruttamento” poi i temi sui quali Francesco costruisce il suo messaggio di pace e di speranza per la città. Che ringrazia, che applaude, che si commuove. “Vi ringrazio per gli sforzi costanti che la vostra comunità attua per integrare ciascuna persona contrastando la cultura dell'indifferenza e dello scarto – dice il Papa – in tempi segnati da incertezze e paure, sono lodevoli le vostre iniziative a sostegno dei più deboli e delle famiglie che vi impegnate ad adottare”. Richiamo, quest'ultimo, alla campagna nuovamente lanciata dalla Caritas per regalare al Santo Padre un'opera segno a cui la città ha risposto mettendo in campo uno dei suoi marchi di fabbrica, la solidarietà. “Mentre vi adoperate nella ricerca delle migliori possibilità concrete di inclusione, non scoraggiatevi di fronte alle difficoltà. Non rassegnatevi davanti a quelle che sembrano difficili situazioni di convivenza – continua il pontefice – siate sempre animati dal desiderio di stabilire dei veri e propri patti di prossimità”. L'applauso della piazza parte spontaneo a dimostrazione dell'impegno, dell'attenzione, dello sforzo che ad ogni livello la città compie tutti i giorni, da tanti anni, per avvicinare culture, pensieri, usanze, tradizioni differenti. E mentre invita i pratesi a “indossare l'armatura di Dio per affrontare i nostri nemici reali che non sono mai gli altri ma gli spiriti del male”, il Papa ricorda di essere un pellegrino di passaggio a Prato e che grazie alla Madonna i pratesi sono in buone mani. Poi il tema del lavoro, non tanto quello che non c'è quanto che c'è ma si distingue per le condizioni di sfruttamento e disumane. “Voglio ricordare i cinque uomini e le due donne di cittadinanza cinese morti due anni fa a causa di un incendio nella zona industriale di Prato, vivevano e dormivano all'interno dello stesso capannone in cui lavoravano, in una zona era stato ricavato un piccolo dormitorio di cartone e cartongesso. E' una tragedia dello sfruttamento e delle condizioni disumane di vita e questo non è degno del lavoro. La vita di ogni comunità – conclude Francesco – esige che si combattano fino in fondo il cancro della corruzione e il veleno dell'illegalità. Dentro di noi e insieme agli altri, non stanchiamoci mai di lottare per la giustizia”. Il ringraziamento ai giovani che hanno trascorso la notte in preghiera nella chiesa di san Francesco: “Grazie, grazie, grazie” le parole del Papa prima di salutare la città.
Il vescovo Franco Agostinelli ringrazia il pontefice: “E' una gioia grande averla qui, Sanità. E' un'ora di grazia che la provvidenza ci concede e dice tutta la grandezza del suo cuore di Padre e di Pastore che decide di iniziare da qui, da Prato, l'incontro con i rappresentanti delle Chiesa d'Italia in convegno a Firenze”. E il biglietto da visita di una città che Francesco ha scelto con consapevolezza: “Siamo una comunità laboratorio di convivenza, di laboriosità, di intraprendenza, di solidarietà, di spiritualità. Siamo una comunità in piena trasformazione sociale e culturale, una sfida avvincente, impegnativa e bella per quella Chiesa in uscita che lei continuamente auspica come stile pastorale. Siamo una comunità con le sue glorie e le sue ferite, con un passato ricco di tanta cultura ed un presente che cerca di stare all'altezza delle continue emergenze dell'oggi, non senza aspetti positivi, di eccellenza e di bellezza innovativa”. Lavoro e immigrazione i temi cardine anche dell'intervento del vescovo Agostinelli: “Risorsa e impegno serio per l'integrazione verso una società coesa, una nuova umanità conviviale. Un cammino non facile, dai risultati non immediati, ma che ha trovato la nostra gente sempre impegnata a gettare ponti e non ad alzare muri, che mai ha cessato di tentare di stabilire occasioni e luoghi di confronto e di cooperazione”.
nadia tarantino


 
Edizioni locali collegate:  Prato

Data della notizia:  10.11.2015 h 13:01

 
  • Share
  •  
 
 
 
comments powered by Disqus

Digitare almeno 3 caratteri.

 
 
 
 

Speciale