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Sono risultati a nero più della metà degli operai presenti nelle aziende cinesi controllate dagli ispettori del lavoro nel corso delle ultime due settimane. Aziende dove vengono sfruttati sempre più operai di altre etnie, in particolare senegalesi e pakistani.
Il dato è stato reso noto dalla Direzione territoriale del lavoro di Prato che ha illustrato il report dell'attività svolta nella seconda metà di maggio sia in città sia in provincia.
Il dato è stato reso noto dalla Direzione territoriale del lavoro di Prato che ha illustrato il report dell'attività svolta nella seconda metà di maggio sia in città sia in provincia.
In totale gli ispettori, insieme ai carabinieri del comando Tutela del lavoro, hanno ispezionato 51 aziende cinesi operanti nel settore delle confezioni ma anche stamperie e stirerie. All'interno sono stati identificati 163 lavoratori, 83 dei quali privi di qualsiasi tipo di contratto. per 36 aziende è scattata la sospensione dell'attività mentre sono stati 21 gli imprenditori denunciati alla magistratura. Ingente il numero delle sanzioni elevate, pari a quasi 243mila euro mentre le ammende sono state per 4.647 mila euro.
"I controlli – spiega il direttore della Dtl di Prato Stefano Olivieri Pennesi – hanno confermato il sempre maggior numero di lavoratori senegalesi e pakistani all'interno delle aziende cinesi. Tutti destinatari di retribuzioni bassissime e al di fuori di qualsivoglia tutela o trattamento contrattuale vigente".
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