Omicidio Lo Cascio, chiuse le indagini. Il procuratore: "Folle aggressione gratuita"
Depositata la richiesta di giudizio immediato per il marocchino di 30 anni che ha confessato di aver ucciso Leonardo Lo Cascio. L'uomo è accusato di omicidio volontario aggravato. Le indagini hanno escluso contatti tra i due: si è trattato di un'aggressione a scopo di rapina finita nel peggiore dei modi
Trentacinque giorni, tanto è bastato alla procura e ai carabinieri per chiudere l'inchiesta sull'omicidio di Leonardo Lo Cascio, il portiere di notte di 38 anni ucciso la sera del 30 marzo davanti al Palazzo di giustizia di Prato mentre a piedi stava andando a prendere servizio all'Art hotel museo. Oggi, giovedì 4 maggio, è stata depositata la richiesta di giudizio immediato a carico di Abdelghani Ammari, il marocchino di 30 anni reo confesso, in carcere da un mese con l'accusa di omicidio volontario aggravato. Il trentenne, arrestato due giorni dopo il delitto all'aeroporto di Bologna mentre aspettava di imbarcarsi su un volo diretto in Marocco, rischia fino a 30 anni di carcere. Una pena che, in partenza, potrà essere ridotta se i suoi avvocati faranno istanza per un rito alternativo all'immediato che non implica sconti ma solo tempi più brevi perché l'iter non prevede il passaggio dall'udienza preliminare. Al marocchino, disoccupato, tossicodipendente e con qualche precedente, gli inquirenti sono arrivati anche grazie alle telecamere di sicurezza installate nella zona che hanno ripreso i suoi movimenti prima e dopo l'omicidio.
“Abbiamo raccolto molteplici fonti di prova e consegniamo al giudice un'inchiesta completa anche a favore della persona indagata – le parole del procuratore capo Giuseppe Nicolosi – non ci sono zone grigie, ogni particolare è stato preso in esame e approfondito. Si è trattato di un'aggressione gratuita”. Una rapina finita male, insomma, l'ipotesi più accreditata dagli investigatori che non hanno tralasciato di esaminare il movente fornito dall'assassino che ha parlato di una lite scoppiata per un debito di droga. L'esame tossicologico e l'analisi dei tabulati telefonici hanno smentito il marocchino: Lo Cascio non ha mai fatto uso di stupefacenti e i due non hanno mai intrattenuto contatti di alcun tipo. “Un movente dichiarato per mitigare l'omicidio – le parole di Nicolosi – ma si è trattato secondo le risultanze delle nostre indagini solo di una folle aggressione a scopo di rapina”. Vittima e carnefice si sono incrociati per caso, dunque, alla fermata dell'autobus alla quale Lo Cascio scendeva per poi incamminarsi a piedi verso il lavoro.
Il portiere di notte è stato ucciso con un coccio di vetro che il trentenne aveva già con sé quando l'aggressione a scopo di rapina è sfociata nell'omicidio. Un colpo solo, alla gola, che non ha lasciato scampo al trentottenne morto per dissanguamento.
nadia tarantino