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Nube in via Gradisca, i residenti allarmati: “Le piante stanno seccando”. Arpat tranquillizza


Cipressi e altri alberi vicino alla Daykem presentano ampie parti del fogliame rinsecchite: "Se le piante muoiono, chissà cosa abbiamo respirato noi". Per i tecnici la reazione ha prodotto fumi acidi che non hanno però lasciato residui


Redazione


A una settimana dalla nube prodotta dall'azienda chimica Daykem di via Gradisca, resta alta la preoccupazione per chi abita nella zona. Come si ricorderà, la sera del 16 luglio una reazione chimica ha provocato l'emissione di una densa nube che ha costretto chi abita in zona ad allontanarsi. Le autorità, poche ore dopo, hanno dato il via libera al ritorno nelle abitazioni (LEGGI). La situazione, però, non è ritenuta tranquillizzante da chi abita nel pressi dell'azienda. Alcuni residenti hanno così contattato Notizie di Prato per segnalare come come gli  alberi siano seccati. Problemi anche per le piante aromatiche degli orti della zona, come rosmarino e salvia che risultano bruciati.
Le piante maggiormente colpite sono quelle che si trovano nelle vicinanze della Daykem. In questo caso, soprattutto i cipressi, presentano ampie parti della vegetazione completamente seccata. "Siamo davvero molto preoccupati – dice una signora che abita proprio in via Gradisca -. Lunedì mattina ci hanno fatto rientrare in casa, dopo che la sera prima avevamo dovuto fuggire con gli occhi arrossati e la gola in fiamme. Già da lunedì, però, abbiamo visto le piante seccare. Se la nube ha fatto questo effetto su di loro, chissà cosa ha fatto sul nostro organismo".
Da parte sua l'Arpat, interpellata da Notizie di Prato, tende a tranquillizzare la popolazione. "La nube è stata provocata da una reazione chimica – spiegano dall'Arpat -. I fumi sprigionati erano acidi, come dimostrano le conseguenze sulle persone, con bruciore agli occhi e alla gola. L'acidità può aver fatto seccare anche le foglie di alcune piante, soprattutto quelle più vicine all'azienda e più delicate. Il problema, però, si è esaurito con la sera. Già all'indomani non abbiamo riscontrato nessun residuo rimasto nell'area".
Sul versante delle indagini, gli accertamenti compiuti da Asl e Arpat confermano la prima ipotesi. Le riprese delle telecamere interne della ditta hanno immortalato proprio il momento in cui si è innestata la reazione a catena tra i vari prodotti stoccati nell'azienda. Tutto è partito da un fusto di biossido di Tiourea, un agente candeggiante in granuli che reagisce con l'umidità degradandosi e riscaldandosi. Probabilmente il caldo afoso ha provocato il degradamento della sostanza contenuta in un fusto che poi è entrata in contatto con altre sostanze provocando la reazione a catena.
Il materiale è stato rimosso dalla Daykem e ora Asl e Arpat stanno accertando se siano state rispettate le modalità di conservazione delle sostanze chimiche.
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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