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Sconcerto, rabbia e dolore. Ma soprattutto fatica a credere a quello che è successo. Erano in tanti a conoscere e apprezzare Sabri Jaballah, il giovane operaio pratese, di origine tunisina, morto tragicamente ieri mattina 2 febbraio in un terribile incidente avvenuto alla Millefili di Montale, la filatura a cardato dove il giovane lavorava (LEGGI).
Sabri avrebbe compiuto 23 anni a maggio e si era diplomato due anni fa all'istituto Marconi di Prato, dove aveva lasciato un ricordo indelebile, al punto che sia il preside Paolo Cipriani con tutti gli insegnanti sia i ragazzi lo hanno voluto ricordare con messaggi sui social e con una colletta per aiutare la famiglia: "E' stato un ottimo studente – ricorda il preside – ma soprattutto un ragazzo gentile, sempre sorridente e altruista. I suoi compagni mi hanno chiamato subito per condividere insieme questo dolore".
Sabri era arrivato in Italia da adolescente e subito si era iscritto alle scuole superiori, avendo la passione per la meccanica. Spesso andava a studiare alla biblioteca Lazzerini, portandosi dietro i due fratelli più piccoli che passavano il tempo leggendo libri e guardando dvd, mentre Sabri studiava. Un terzetto che era stato subito adottato dallo staff della bliblioteca: "Ci ha colpito la sua gioia di vivere e la disponibilità – raccontano le bibliotecare -. Ci ha chiesto aiuto per fare i compiti e da lì è nata una grande amicizia anche con la sua famiglia. Si era diplomato in meccanica e aveva cercato lavoro inviando molti curriculum. In attesa, però, aveva accettato di lavorare nel tessile, anche per rendersi autonomo e aiutare la famiglia. Il suo grande sogno era di prendere la patente e potersi comprare un'auto".
Anche le bibliotecarie della Lazzerini hanno intenzione di fare una colletta per contribuire alle spese di rimpatrio della salma in Tunisia, visto che i genitori hanno deciso di seppellire Sabri nel suo paese d'origine. Colletta alla quale si sono offerti di partecipare i colleghi di lavoro dello sfortunato giovane.
Dal ricordo degli amici e dei colleghi emerge la figura di un ragazzo solare e bravissimo sul lavoro ("Il miglior collega con cui abbia lavorato" hanno lasciato detto in tanti sui social). ma Sabri era anche molto attaccato alla famiglia e non perdeva occasione per stare vicino ai suoi fratelli minori. "Uno di loro gioca a calcio – ricorda un'amica di famiglia – e Sabri lo accompagnava con l'autobus agli allenamenti e alle partite ogni volta che non era al lavoro".
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