Chiuse le indagini per la morte di Davide Astori, il capitano della Fiorentina trovato senza vita il 4 marzo dello scorso anno nella camera di un albergo a Udine dove la squadra alloggiava in attesa della partita contro l'Udinese. Due le persone indagate dalla procura di Firenze: il cardiologo pratese Giorgio Galanti, direttore sanitario della medicina sportiva di Careggi, e Francesco Stagno, direttore sanitario dell'Istituto di medicina dello sport di Cagliari. Omicidio colposo l'ipotesi di reato per i due medici che hanno attestato l'idoneità all'attività agonistica del trentunenne difensore che, prima di arrivare alla Fiorentina, ha giocato nella Roma e nel Cagliari.
Secondo le indagini della procura, Galanti e Stagno sarebbero responsabili perché, per un concorso di cause tra loro indipendenti, avrebbero provocato il decesso di Davide Astori. La colpa che i magistrati attribuirebbero ai due medici sarebbe quella di aver violato “i protocolli cardiologici per il giudizio di idoneità allo sport agonistico”.
Il giovane calciatore sarebbe morto per una “cardiomiopatia aritmogena diventricolare” tale da determinare il decesso improvviso. Al cardiologo pratese viene contestato di aver rilasciato due diversi certificati di idoneità alla pratica sportiva nel 2016 e nel 2017, mentre al collega di aver fatto lo stesso nel 2014. Secondo quanto sarebbe stato ricostruito dagli inquirenti, i certificati sarebbero stati rilasciati nonostante la presenza di aritmie cardiache nelle prove da sforzo.
Sia a Galanti che a Stagno la procura di Firenze contesta di aver omesso di sottoporre il calciatore ad accertamenti più approfonditi al fine di escludere una “cardiopatia organica” o una “sindrome aritmogena”. La procura sostiene che se la patologia fosse stata diagnosticata nella fase iniziale si sarebbe potuta interrompere l'attività del calciatore e rallentare la malattia attraverso la prescrizione di farmaci. Il dottor Stagno ha chiesto di essere interrogato dal sostituto procuratore titolare dell'inchiesta.