Morì a 50 anni nello scontro tra due auto: risarcimento milionario per i familiari
L'incidente risale a ottobre 2016: l'auto della vittima rimase coinvolta in un frontale con un furgoncino il cui conducente è accusato di omicidio stradale. Il riconoscimento dell'indennizzo consente all'imputato di chiedere un rito alternativo e ottenere uno sconto di pena
Morì a cinquant'anni per le ferite riportate nello scontro tra la sua auto e un furgoncino. Oggi, giovedì 23 gennaio, a distanza di oltre tre anni dal terribile incidente avvenuto a ottobre del 2016 lungo la Strada regionale 325, la famiglia della vittima, un artigiano albanese, ha ottenuto un indennizzo milionario. Assistiti dall'avvocato Francesca Meucci, i parenti – moglie, tre figli e sei fratelli – sono stati risarciti con due milioni di euro dall'assicurazione dell'imputato, anche lui albanese, chiamato a rispondere di omicidio stradale. L'accordo per la transazione è arrivato alla fine di un lungo e complesso confronto tra la parte civile e il responsabile civile, vale a dire la compagnia assicurativa, assistita dall'avvocato Roberto Montini.
Il maxirisarcimento, perfezionato davanti al giudice delle udienze preliminari Francesca Scarlatti, consente all'imputato, difeso dall'avvocato Alberto Rocca, di chiedere un rito alternativo e, in caso di accoglimento della richiesta, ottenere uno sconto di pena.
La vittima, residente a Vaiano, era alla guida della sua Fiat Panda quando, all'altezza della zona di Gabolana, si scontrò con il furgonino Kangoo condotto da un connazionale. L'urto fu violentissimo tanto che fu necessario l'intervento dei vigili del fuoco per estrarre il cinquantenne dalle lamiere. Inutile il trasferimento all'ospedale fiorentino di Careggi: l'albanese morì dopo qualche ora di agonia. Feriti altri tre uomini che viaggiavano con la vittima. Nell'incidente rimase coinvolto un terzo veicolo condotto da un agente della polizia municipale.
I parenti del cinquantenne si affidarono subito all'avvocato Meucci. La difficoltà a trovare un accordo ha riguardato il consistente numero delle parti civili: dieci a fronte di una media di cinque quando si parla di famiglia italiana; uno scarto considerevole sul quale ha incontrato qualche scoglio la trattativa per equiparare i parametri di risarcimento.