Centinaia di messaggi per riallacciare il rapporto ormai finito, alcuni pieni d'amore altri pieni di odio fino alle minacce di morte. Due mesi di inferno quelli passati da una donna che alla fine si è arresa e ha denunciato la ex convivente che è finita sotto inchiesta per stalking e oggi, mercoledì 28 giugno, è comparsa davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Prato. Difesa dall'avvocato Antonio Simoncelli, l'imputata, 36 anni, ha scelto il rito abbreviato ed è stata condannata a un anno con la condizionale per stalking e atti persecutori nei confronti della ex, trentanovenne. La relazione risale a ottobre 2014: le due donne, entrambe italiane, prendono casa insieme a Prato e iniziano la convivenza che si interrompe a dicembre quando una delle due – quella imputata di stalking –accusa l'altra, di averla tradita e se ne va. Da quel momento, fino alla fine di febbraio 2015, comincia la persecuzione: sms e messaggi whatsapp sempre più frequenti, uno dietro l'altro. Centinaia quelli finiti nel fascicolo di indagine che hanno dimostrato una vera e propria ossessione con richieste di tornare di nuovo insieme alternate alle minacce di morte, passando per offese pesantissime. Due mesi durante i quali solo in una occasione le donne si danno appuntamento: nessun chiarimento, anzi. Le due vengono alle mani e solo l'intervento dei testimoni mette fine alla lite. Il difensore aveva chiesto di derubricare il capo di imputazione in molestie telefoniche. Il giudice ha mantenuto l'imputazione e ha anche aumentato la richiesta della condanna a otto mesi avanzata dal pubblico ministero.
Minacce e stalking alla ex fidanzata, condannata donna di 36 anni
Un anno con la condizionale per stalking e atti persecutori nei confronti della ex. Centinaia di messaggi inviati dopo la fine della convivenza. Un'altalena di amore e odio con offese pesantissime e anche minacce di morte. Il giudice ha inflitto una pena più pesante di quella richiesta dal pubblico ministero
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