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Maltrattamenti in rsa, Astir dura con le indagate ma a rischiare sono tutte le dipendenti. Il pianto di chi rischia il posto


Ventisette dipendenti Astir finiranno a casa senza lavoro pur non coinvolte nella vicenda giudiziaria per effetto della rescissione del contratto da parte di Asl. Trattengono a stento le lacrime: "ormai siamo marchiate"


Redazione


La brutta vicenda dei maltrattamenti agli ospiti della rsa di Narnali, ha un altro triste risvolto. Ventisette dipendenti Astir non coinvolti nell'inchiesta tra pochi giorni saranno a casa senza lavoro per effetto della rescissione del contratto da parte di Asl all'indomani dell'intervento della polizia che ha portato sul registro degli indagati 17 persone di cui 14 della consorzio Astir. Sono le operatrici del centro diurno Alzheimer, delle pulizie e della stessa rsa al centro dell'inchiesta.  Oggi pomeriggio hanno accettato di parlare pubblicamente. Sono visibilmente provate e più di una volta scoppiano a piangere per l'ingiustizia subita. Non hanno alcuna responsabilità penale e morale. La polizia le definì "angeli" per contrapporle ai 17 "diavoli" dell'inchiesta, eppure tra pochi giorni saranno a casa perchè Asl ha dato il benservito ad Astir. Fino a sabato affiancheranno gli operatori della Misericordia che hanno preso il posto di Astir. Poi attenderanno di conoscere il loro futuro. "Non sapevo come spiegare ai pazienti che da domani non ci vedranno più – spiega Simona – ormai ci lega un rapporto di affetto e abbiamo un bagaglio professionale che non potremo più usare". Per assurdo i dipendenti Asl che come loro sono estranei ai fatti e che sono stati spostati da Narnali all'indomani dell'intervento della polizia, continuano a lavorare seppur altrove, mentre loro sono a casa in attesa di un ricollocamento che non è detto arrivi presto anche perchè ormai si tratta di persone "marchiate". "Siamo additate nel gruppo dei mostri perchè di mostri si parla – afferma piangendo un'animatrice – siamo noi le prime a chiedere scusa per i nostri colleghi e per non essersi rese conto di quanto stava accadendo. Non ho mai avuto alcun sentore di una cosa così grave". Un'altra operatrice, di origine nordafricana, ha vissuto sulla sua pelle una sorta di umiliazione pubblica: "Ieri sono stata all'Inail per effettuare un esame in seguito ad un incidente sul lavoro che ho avuto i primi di luglio. La dottoressa ha detto davanti a tutti che non poteva farmi fare alcun esame perchè appartengo alla cooperativa coinvolta nell'inchiesta. Domani ne parlerò con il direttore". L'operazione "piazza pulita" annunciata dal vicecommissario dell'Asl 4 Simona Carli, poche ore dopo l'intervento della polizia, ha mietuto almeno 27 vittime, schiacciate dal peso di colpe altrui. In una lettera hanno raccolto l'amarezza e le considerazioni per quanto accaduto. Al link il testo della lettera.

 
Si poteva fare diversamente? Risponde l'avvocato Guido Giovannelli che segue Astir: "Certo che si poteva. Bastava allontanare solo chi era coinvolto nella vicenda. Lasciare le altre persone al loro posto e aumentare i controlli. Una volta fatta la nuova gara d'appalto sarebbe scattata la clausola sociale e queste 27 persone avrebbero mantenuto il proprio lavoro". La presidente Loretta Giuntoli parla di doppia violenza sugli anziani ospiti: "E' una lacerazione affettiva soprattutto per i malati di Alzheimer. Qualcuno ne dovrà rispondere moralmente. In ogni caso se non ci fosse possibilità di ricollocare queste persone chiederemo un incontro ai sindacati". 
Astir ha proceduto al licenziamento in tronco per i dipendenti coinvolti nell'inchiesta ed è intenzionata a chiedere loro il risarcimento danni: "Stiamo valutando se impugnare o meno la rescissione del contratto da parte di Asl. Non voglio anticipare alcuna mossa. Quel che è certo è che sul fronte delle responsabilità giuridiche Astir guarderà prima in casa propria per tutelare la sua immagine. Vedremo se ci costituiremo parte civile o ricorreremo ad un procedimento civile". La presidente del Consorzio Loretta Giuntoli ha chiarito che l'azienda ha chiesto scusa alle famiglie dei pazienti attraverso una lettera consegnata a mano. Al link il testo della lettera.
Ha ribadito che i controlli erano di competenza di Asl. La sensazione di Giuntoli è quella di essere capro espiatorio di una vicenda complessa che potrebbe provocare un effetto a cascata su altri appalti mettendo a rischio ben 850 posti di lavoro. "Qualche pensiero cattivo in stile andreottiano  lo facciamo – afferma Giuntoli – questa storia forse ha fornito un pretesto. In queste ore sto incontrando i lavoratori delle altre strutture in cui operiamo. Vogliono rassicurazioni ma è difficile per noi dare certezze". Durante l'incontro del pomeriggio Giuntoli ha letto una lettera per chiarire ulteriormente la posizione di Astir rispetto alla vicenda e ai rapporti con Astir. Al link la lettera. 
E.B.
 
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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