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Lavori fermi al Palazzo di giustizia e il cantiere diventa una selva abbandonata


Da diversi mesi sono bloccati i lavori per la realizzazione del nuovo ingresso. L'intervento, partito a gennaio 2019, sarebbe dovuto arrivare a conclusione entro l'anno ma siamo già a metà 2023. Tra le cause dello stop, l'aumento dei prezzi delle materie prime dopo l'emergenza Covid


Redazione


Lavori cominciati, proseguiti a singhiozzo, mai finiti: si fa presto a fare il riassunto dell'intervento che avrebbe dovuto ridisegnare l'esterno del Palazzo di giustizia di Prato. Di tutto quello che prevedeva il progetto – ristrutturazione degli ingressi e delle uscite di sicurezza, spostamento da dentro a fuori del corpo di guardia con tanto di accessi controllati dal metal detector e realizzazione di una nuova scala d'emergenza – nulla è stato portato a termine. L'area di cantiere è diventata una selva di erba e sterpaglie dove nessuno mette piede da mesi. I lavori sono fermi, completamente fermi. Il tempo passa, i problemi aumentano, il Palazzo di giustizia è ancora peggio di come era anche grazie alla scala d'emergenza lasciata a metà, alle impalcature arrugginite da pioggia e sole, alla recinzione in molti punti ormai deteriorata, ai tubi e ai pezzi di plastica e ferro lasciati qua e là.

Non solo: il cantiere ha costretto a riorganizzare l'ingresso e l'uscita: chi entra e chi esce dal Palazzo di giustizia lo fa attraversando lo spazio a ridosso del cantiere, i detenuti non vengono più fatti entrare dagli ascensori a cui si accede dall'esterno ma vengono accompagnati sulle scale e nei corridoi 'comuni', le auto delle forze dell'ordine devono utilizzare un altro accesso per arrivare al parcheggio riservato, e chi ha difficoltà a deambulare o si muove in carrozzella deve affrontare qualche metro in salita (non chissà quale salita, per carità, ma è facile parlare se le gambe funzionano!) prima di arrivare dentro al palazzo. Insomma, non proprio una bel biglietto da visita.

Ripercorriamo qualche tappa. Nel 2017, dopo un lungo periodo di discussione sulla necessità di mettere mano ad un edificio che ha i suoi anni e se li porta parecchio male (inaugurazione nel 1987), viene finalmente approvato il progetto per il rifacimento della parte esterna: spostamento del corpo di guardia, che attualmente è all'interno del palazzo, con l'installazione di metal detector, ristrutturazione degli ingressi e delle uscite di sicurezza, realizzazione di un corridoio coperto. Costo dell'intervento circa 350mila euro, cifra che rientra nel finanziamento di un milione 100mila euro deliberato dal ministero della Giustizia per rimettere in sesto gli uffici giudiziari pratesi che stanno male, e tanto, anche all'interno. Successivamente si aggiunge, su richiesta dei vigili del fuoco, la realizzazione di una scala d'emergenza a metà della facciata dell'edificio perché le due esistenti non sono vicinissime a quella zona; l'ammontare dei lavori lievita.
Nel 2019, a gennaio, si comincia. L'appalto se l'è aggiudicato una società cooperativa di Ravenna. Il tabellino di marcia parla di una durata che non supera la fine dell'anno (che, a scanso di equivoci, e anche di battute, era lo stesso 2019). Finisce l'anno ma non i lavori. Il 2020 segna la paralisi per via dell'emergenza Covid. Poi la ripartenza, frenata però da un problema: il costo delle materie prime. Un problema comune a tanti cantieri, a tanti appalti. Vetro e acciaio scarseggiano e il poco che si trova ha prezzi altissimi. Il budget fissato per l'appalto non basta più. Poi qualcosa ricomincia a muoversi all'esterno del Palazzo di giustizia e si rivedono, quando sì e quando no, gli operai. Da diversi mesi è tutto fermo.

Il cantiere è ancora in piedi, delimitato dalla recinzione. L'erba è alta ma il taglio non è possibile perché gli operai del Comune non possono entrarci e si limitano a pulire la parte che non fa parte dell'area di cantiere.
Quando si sbloccherà la situazione? Quando ripartiranno i lavori? Qualche risposta potrebbe arrivare da Roma. Ad aprile, il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, dopo la tappa in piazzale Falcone e Borsellino, ha assicurato un colpo di acceleratore agli interventi edilizi. Un impegno preso con il presidente del tribunale, con il capo della procura, con gli avvocati e con gli enti locali stabiliva una data: 10 maggio. Questo il termine fissato da tutti e con tutti per rifare il punto. All'ordine del giorno la necessità di intervenire sull'antincendio, sulla impermeabilizzazione e sul cantiere esterno. Si spera in una novità. 
nt
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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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