C'è anche un imprenditore cinese residente a Prato tra gli otto arrestati dalla Dda di Milano che ha scoperto come la 'ndrangheta puntasse a mettere le mani sui fondi destinati alle aziende in crisi a causa dell'emergenza Covid attraverso società create per evadere l'Iva e per riciclare il denaro proveniente da attività illecite. Il blitz è scattato oggi, martedì 14 luglio. “Gli affiliati alla 'ndrangheta – ha spiegato il procuratore di Milano Francesco Greco – si sono avvalsi della collaborazione di un cinese interessato a riciclare importanti somme cash e a mandarle in Cina”. Stando all'inchiesta, sarebbe stato bonificato mezzo milione di euro dai conti correnti di alcune società inserite nel meccanismo di frode fiscale. Soldi che, secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbero stati convogliati verso banche cinesi. Il terminale toscano era, per quanto appurato fino a questo momento, il cinese residente a Prato. Le otto misure cautelari eseguite dagli uomini del Gico della guardia di finanza comprendono quattro arresti in carcere, altrettanti ai domiciliari e due obblighi di presentazione all'autorità giudiziaria.
La ‘ndrangheta interessata ai fondi Covid, inchiesta della Dda di Milano: un arresto a Prato
Otto in tutto le ordinanze di custodia cautelare, compresa quella nei confronti di un imprenditore residente a Prato che avrebbe collaborato al riciclaggio di importanti somme di denaro attraverso l'invio a banche estere. Le società costituite per la frode fiscale utilizzate anche per intercettare i fondi dell'emergenza sanitaria
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