La cantante pratese in gara al Festival di Sanremo si racconta: “A Prato ho cantato sia come Erika che come Amara”

Nata a Prato il 4 giugno 1984. Segno zodiacale: gemelli. Sogno nel cassetto: cantare allo stadio di San Siro. Amara, Erika Mineo, sogna San Siro, intanto però, la cantante pratese, romana d’adozione, calcherà il palco dell’Ariston in questo Sanremo 2015.  Carlo Conti l’ha scelta per il Festival nella categoria Nuove Proposte dopo che era rientrata tra gli otto finalisti di Area Sanremo 2014. Non è la prima volta che la cantante tenta il palco dell’Ariston, ogni volta mancato per un soffio e ogni volta ci ha riprovato e ci avrebbe riprovato anche il prossimo anno se non fosse stata selezionata dalla commissione presieduta da Roby Facchinetti. Sanremo è Sanremo e dalla caparbietà della cantante pratese, è chiaro che il Festival non ha esaurito il proprio fascino: “Ho sempre creduto che Sanremo sarebbe stato il mio inizio per affacciarmi nel panorama musicale nazionale” – racconta nell’intervista telefonica a Notizie di Prato. E ormai manca poco. “Sono felice, non posso dire di essere spaventata, piuttosto curiosa di scoprire come sarà. L’ho sognato così tante volte che ormai ho bisogno di capire quando mi ci si sono avvicinata con l’immaginazione”. All’Ariston non sarà la prima volta di fronte al grande pubblico. È stata, infatti, nella scuola di Maria De Filippi nel 2005 ma all’epoca non era ancora Amara, “soltanto” Erica. “Ero una ragazza quando sono entrata ad Amici. Per me è stata proprio questo, una scuola, ma l’ho vissuta un po’ come quando dopo le medie devi fare la scelta delle superiori. Non avevo piena padronanza musicale di me, non scrivevo ancora i testi e non avevo piena abilità dello strumento. Al Festival di Sanremo mi presento come Amara”.
Erika e Amara, la stessa persona, una spiritualità musicale diversa. Amara è la donna nata dalla costola di Erika, ha acquisito una coscienza di sé stessa tale che il paragone con Mia Martini, che qualcuno ha avanzato, non la spaventa: “Non è affatto un peso, anzi è un complimento meraviglioso”. Erica e Amara si sono entrambe esibite a Prato. La prima da giovanissima, l’altra, a inizio gennaio ha duettato con il cantautore pugliese Renzo Rubino al teatro Politeama: “E’ stata un’emozione indescrivibile. Nella mia città è stata la mia prima volta da Amara. E’ stato come cantare per Prato, per la mia famiglia, per i miei amici. Come dire grazie a tutti loro”. Nella città dov’è cresciuta e dove la sua famiglia tutt’oggi vive, ritrova un fermento musicale soprattutto giovanile ma si dispiace di non riconoscere in Prato i segnali di una cultura aperta verso i giovani talenti: “Forse serve che Prato si abitui, si apra a questo fermento, si può cambiare una mentalità”.
All’Ariston Amara sarà in concorso con Credo, una canzone di sogni, di speranze. Un testo che parla anche di lei, diversa da ieri, testarda, “orgogliosamente questa”. Un tributo alla spiritualità, spiritualità che Amara vive con molta intensità. Un grido all’amore. Nel video, le mani di Amara sulla chitarra guidano quella di una bambina, forse, è Erika durante l'infanzia vissuta a Prato e ai pratesi, aspettando Sanremo, lancia un appello: “Mandatemi tanta energia positiva, sono ricettiva”.