“Fallimento o probabile fallimento”, è questo lo stato di salute di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca secondo la Banca centrale europea che con Single Resolution Board ha dato il via libera alla liquidazione dopo aver accertato il dissesto. La speranza è ora soltanto una e si chiama Intesa Sanpaolo: l'istituto di credito ha messo sul piatto un'offerta simbolica di un euro per salvare la parte sana delle due banche lasciando allo Stato italiano la parte con le difficoltà maggiori come i prestiti in sofferenza e quelli con alto grado di rischio. Tra i 10 e i 12 miliardi di euro il costo dell'operazione a carico delle casse pubbliche. Il Cda della Banca si è riunito in fretta e furia ieri “per – si legge in un comunicato – ripercorrere l'attività svolta a partire dall'insediamento, il 13 luglio dello scorso anno, per far fronte alla gravissima perdita di reputazione subita dal Gruppo a causa dei ben noti eventi e al conseguente calo della sua operatività, adoperandosi anche per ridurre i connessi rischi legali”. La messa in liquidazione della Popolare di Vicenza e della Veneto Banca consente da subito al Governo di chiedere alla Banca d'Italia di nominare un commissario liquidatore e proprio per questo si è riunito oggi il Consiglio dei ministri. La procedura dovrebbe assicurare la continua operatività e mettere al riparo i risparmiatori che si tratti di correntisti oltre 100mila euro, depositanti o obbligazionisti senior che altrimenti, sarebbero chiamati a contribuire al risanamento del dissesto attraverso prelievi forzosi. Tramonta definitivamente, dunque, il progetto di ristrutturazione e di rilancio denominato Tiepolo 2.0 che prevedeva la fusione tra BpVi e Veneto Banca e il disegno di un nuovo soggetto. Dalla presentazione di Tiepolo 2.0 a ora, la situazione della Banca “si è deteriorata fino a rendere impossibile reperire i fondi privati che, a giudizio della Commissione Europea, erano necessari a coprire le perdite subite o probabili, impedendone così l'attuazione”. Nel comunicato diffuso dalla Popolare di Vicenza si legge anche che “Tiepolo 2.0 avrebbe almeno in parte alleviato i danni subiti dall'istituto di credito e dai territori di riferimento”. All'orizzonte (leggi) c'è l'acquisizione di Intesa Sanpaolo, progetto salutato con grande speranza dai sindacati che auspicano il mantenimento dei posti di lavoro (circa 400 solo nella provincia di Prato). Un'operazione che si svilupperebbe con la creazione di una good bank che verrà acquistata da Intesa, che a Prato è presente con il marchio Cassa di Risparmio di Firenze, e di una bad bank che si accollerà lo Stato. I segnali per una soluzione rapida e per i risparmiatori anche indolore, sono incoraggianti.
La Bce gela la Popolare di Vicenza: “Rischio fallimento”. Tremano anche i clienti
Il dissesto della BpVi potrebbe precipitare da un momento all'altro e ora la corsa è al salvataggio. Tutte le speranze, dopo la bocciatura della ricapitalizzazione precauzionale arrivata dalla Bce, sono riposte in Intesa Sanpaolo. L'operazione prevede la creazione di una good bank e di una bad bank
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nadia tarantino
Edizioni locali: Prato