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Inchiesta Stadio, i dipendenti indagati per ora restano al loro posto


Il Comune spiega: "Possiamo sospenderli solo se lo chiede la procura", ma arriva la precisazione del procuratore: "Questo è un atto di competenza dell'amministrazione comunale". La replica: "Non ci riferivamo alla sospensione disciplinare"


Redazione


Potrebbero arrivare nuovi sviluppi per l’inchiesta sulle irregolarità dei lavori allo stadio Lungobisenzio. Davanti al procuratore capo Giuseppe Nicolosi, ai sostituti Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli e al capo della squadra mobile Francesco Nannucci è atteso venerdì 23 febbraio Luca Piantini, dirigente dei Lavori pubblici indagato per falso documentale insieme a Francesco Sanzo, anche lui dipendente del Comune e progettista dei lavori, già ascoltato nei giorni scorsi. 
Gli indagati, a cui la procura contesta la produzione di documenti falsi in seguito al sequestro dello stadio fatto dalla Asl la scorsa estate per una serie di irregolarità, restano al momento al loro posto: l’amministrazione comunale ha aperto il procedimento disciplinare spiegando che “i due non possono essere sospesi solo perché indagati a meno che non lo chieda la procura”. È il procuratore Nicolosi a spiegare che le cose non stanno così: “Si tratterebbe di un abuso, un grosso abuso – le sue parole – non spetta a noi questo tipo di determinazione che è competenza dell’amministrazione comunale. Altra cosa è se la procura chiedesse, motivandola, al giudice per le indagini preliminari la misura della sospensione dall’attività e la ottenesse, ma al momento non è questo il caso”.
Dopo le dichiarazioni del procuratore, l’Amministrazione comunale  ha inviato una nota per meglio precisare di non aver mai voluto dire "che la misura disciplinare della sospensione cautelare  dal servizio  di un dipendente possa essere assunta solo  previa indicazione della Procura. Invero infatti – prosegue la nota del Comune – i procedimenti disciplinari sono di esclusiva spettanza del datore di lavoro e l’adozione in tale ambito  di misure  sanzionatorie nei confronti dei dipendenti è  disciplinata da  specifiche norme  di legge, cui l’ente  si deve attenere, senza possibilità di ingerenza alcuna da parte di Autorità esterne. La sospensione disposta  dalla Procura non rientra tra la misure disciplinari adottabili dall’Ente, essendo infatti un  provvedimento  che spetta all’organo giudiziario richiedere ed assumere".
Nei giorni scorsi sono stati sentiti come persone informate sui fatti il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore alle Attività produttive della Regione Toscana Stefano Ciuoffo, ma non per l’incarico politico che ricopre né per la sua professione di ingegnere. Altri testimoni sono già stati convocati. Nell’inchiesta è indagata per reati minori una terza persona, direttamente coinvolta nei lavori.
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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