Era in carcere dallo scorso 26 febbraio, accusato di maltrattamenti e lesioni alla convivente. Oggi, giovedì 15 luglio, al termine del processo con rito abbreviato è stato assolto e immediatamente scarcerato. E' tornato in libertà il marocchino di 34 anni che fu arrestato dai carabinieri dopo la denuncia della donna che alla fine di gennaio si decise a querelare il convivente e padre di sua figlia e a raccontare l'inferno dentro casa: un inferno fatto, a suo dire, di maltrattamenti e vessazioni, botte, minacce di morte, sputi. I militari, dopo aver raccolto lo sfogo, non esitarono a definire 'penose' le condizioni di vita della vittima reduce però da due precedenti, nel 2018 e nel 2019, quando di fronte alle intemperanze del convivente chiese l'intervento delle forze dell'ordine ma poi non denunciò. In entrambe le occasioni la procura, all'epoca, aprì inchieste poi archiviate perché se chi dice di subire maltrattamenti poi si rifiuta di denunciare formalmente, è difficile arrivare davanti al giudice. Quelle due retromarce hanno di fatto cancellato gli episodi che, secondo le parole della donna, sarebbero avvenuti ai suoi danni e così l'uomo, difeso dall'avvocato Tommaso Magni, è finito davanti al giudice delle udienze preliminari per rispondere solo delle circostanze denunciate nel 2021 ma per le quali le prove fornite dall'accusa sono state giudicate insufficienti. La donna e la figlia – minorenne – si erano costituite parte civile, entrambe assistite dall'avvocato Alessandra Artese.