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Immigrazione clandestina e frode sportiva: bufera sul Prato, misura cautelare per Paolo Toccafondi


Stamani il blitz della Squadra Mobile: per il presidente biancazzurro interdizione alla gestione della società. Arrestati il patron della Sestese, un procuratore e una donna. Indagati anche giocatori e perquisizioni per arbitri e dirigenti


Redazione


Da una parte le false maternità e i documenti truccati per far arrivare in Italia giovani promesse del calcio, minorenni provenienti dalla Costa d'Avorio e dal Senegal, da piazzare appena possibile in club blasonati con l'unico obiettivo di far soldi, dall'altra il sospetto di combine per almeno una dozzina di partite tra le quali lo spareggio play out che, a maggio, ha salvato il Prato dalla retrocessione nei campionati dei dilettanti. 
Due filoni dell'inchiesta dei sostituti Lorenzo Boscagli e Lorenzo Gestri, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Nicolosi, che ha letteralmente travolto il Prato calcio e che oggi, giovedì 20 luglio, si è tradotta in quattro misure cautelari notificate dalla Squadra mobile di Francesco Nannucci che ha seguito tutta l'indagine: l'amministratore delegato Paolo Toccafondi è stato interdetto per quattro mesi dalla gestione della società; arresti domiciliari per il presidente della Sestese Filippo Giusti e per il procuratore sportivo Filippo Pacini; in carcere è finita una ivoriana della quale omettiamo il nome per tutelare l'identità del minorenne coinvolto nella vicenda. Alla donna è contestata la violazione del Testo unico sull'immigrazione, mentre gli altri devono rispondere di favoreggiamento reale. 
Sarà la giustizia sportiva, che ha già chiesto gli atti dell'inchiesta alla procura di Prato, ad accertare la sussistenza della frode sportiva che aveva – è il convincimento degli investigatori – finalità relative a determinare i risultati in funzione della salvezza. Venticinque gli indagati: tra loro un arbitro e un designatore arbitrale del campionato di Eccellenza, e molti giocatori di squadre dilettantistiche.
L'inchiesta della procura ha portato la polizia a perquisire la sede del Prato, in via Tacca, e ad acquisire documenti presso Fiorentina, Inter e Cittadella. Un'inchiesta a largo raggio che ha interessato le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia e Arezzo.
I baby calciatori africani. Attraverso la fabbricazione di documenti falsi presentati prima alle autorità del paese d'origine e poi all'ufficio immigrazione della questura di Prato, la donna arrestata è riuscita a farsi credere madre di un quattordicenne che poche settimane fa è stato ceduto dalla Sestese alla Fiorentina che – secondo le indagini – era all'oscuro delle irregolarità. Accertamenti sono in corso anche su una seconda cessione ma il “sistema” venuto a galla con le indagini della Squadra mobile potrebbe essere più vasto: a dirlo saranno le carte sequestrate e acquisite oggi nel corso delle numerose perquisizioni. L'obiettivo della donna e dei vertici di Prato e Sestese sarebbe stato quello di trarre profitto dal tesseramento dei giovanissimi calciatori presso club importanti. L'accusa sostiene che attraverso visti di ingresso per provini sportivi o permessi di soggiorno per ricongiungimento familiare, le piccole promesse del calcio entravano in Italia, finivano al Prato o alla Sestese in attesa di una sistemazione migliore e proficua per le due società. A far partire le indagini è stato nei mesi scorsi un allenatore africano in forza alla Sestese. Il faro della procura ha messo in luce le violazioi delle norme Fifa sui tesseramenti che vietano l'ingaggio di minorenni stranieri se non arrivati dal paese d'origine con i genitori.
Risultati combinati per la salvezza. Ventitré gli indagati per frode sportiva per una presunta serie di combine nel campionato di Eccellenza della Sestese e per la partita di Lega Pro tra Prato e Tuttocuoio. Un'andata finita con una rocambolesca rimonta dei biancazzurri sotto di due gol e un ritorno a reti inviolate sufficiente a garantire al Prato la permanenza tra i professionisti condannando la squadra di Santa Croce sull'Arno alla retrocessione. 
Sarebbero state le intercettazioni telefoniche a mettere gli investigatori sulla strada della combine che vede indagati, al momento, tre dirigenti del Prato. Il procuratore federale, Giuseppe Pecoraro, ha già chiesto la trasmissione degli atti per dar corso alla giustizia sportiva.
Ondata di interrogatori. Nessuna pausa per i sostituti Gestri e Boscagli che hanno messo in agenda già oggi pomeriggio i primi interrogatori. Si terranno tra domani e dopodomani, invece, gli interrogatori di garanzia delle quattro persone destinatarie dei provvedimenti cautelari che si presenteranno davanti al giudice per le indagini preliminari Angela Fantechi.    

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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