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Il tessile guarda oltre la crisi e cerca nuovi addetti qualificati e tecnologici


Al via la quarta edizione di "E' di moda il mio futuro" promossa da SistemaModa Ctn. Nonostante il momento buio per il manifatturiero, serve un ricambio generazionale con competenze specifiche e tanta flessibilità


Redazione


I lavoratori del tessile abbigliamento invecchiano e il cambio generazionale stenta ad arrivare: nel 2008 gli under 40 rappresentavano il 42% della forza lavoro, nel 2019 la percentuale è scesa al 27, anche se negli ultimi anni all’istituto Buzzi le classi con indirizzo tessile sono quattro, dopo anni in cui a stento si arrivava a una. Dall’altra parte le imprese tessili stanno investendo in innovazione, digitalizzazione e organizzazione aziendale e i dati relativi ai bandi regionali lo dimostrano (leggi), ma si registra un calo degli avviamenti dei contratti di lavoro soprattutto concentrati nei mesi del lockdown dove il passaggio da tempo determinato a indeterminato non è stato formalizzato. Uno scenario che fa da cornice alla IV edizione di “E’ di moda il mio futuro” promossa da Confindustria Toscana Nord e in particolare dalla sezione Sistema Moda, pensata per orientare i ragazzi delle scuole medie che dovranno scegliere la scuola superiore e per quelli che si diplomeranno un quadro sulle prospettive di lavoro e le opportunità di corsi di formazione per chi ha ottenuto il diploma.
“Intendiamo in primo luogo dare un segnale di fiducia nel futuro del settore – spiega il presidente della sezione Sistema Moda Maurizio Sarti – e nella sua piena ripresa, in cui crediamo con la massima convinzione. E’ importante che la situazione attuale, molto difficile per quasi tutti i settori manifatturieri e in particolare per la moda, sia percepita per quello che è, cioè contingente, legata a una situazione sanitaria eccezionale di cui si comincia a intravedere la fine. La moda in tutte le sue declinazioni conoscerà una forte ripresa, anche se forse con caratteristiche diverse al pre-covid, e con essa si riproporrà il problema che affligge da anni il settore: il bisogno delle competenze di personale giovane e aperto al nuovo, in grado di andare a sostituire l’attuale forza lavoro la cui età media è molto elevata”.
E infatti cambiano anche le competenze richieste per chi vuole andare a lavorare nel campo della moda: per tutti servono  basi tecnologiche, dall’uso di internet a quello della posta elettronica, che diventano sempre più specifiche per le figure specializzate tra queste le più ricercate sono i periti, i dispositori tessili, i tecnici della sostenibilità e quelli del rinnovamento digitale.
“La quarta edizione – spiega Roberta Pecci delegata per la formazione in sistema Moda Ctn – sarà organizzata in remoto e vede come sempre due momenti. Il primo per i gli studenti delle scuole medie e le loro famiglie, quest’anno coinvolgeremo anche una psicologa e poi presenteremo il sistema moda. La seconda parte è dedicata ai ragazzi che si diplomeranno con una carrellata sulle opportunità di lavoro, ma anche le possibilità formatore post diploma legate al mondo della moda”
Come sempre – ha spiegato Milena Guerrini di Gi Group partner dell’iniziativa- proporremo ai ragazzi momenti formativi a partire da come utilizzare i social per trovare o candidarsi a un lavoro, ma anche come migliorare il proprio profilo. Insegneremo ai ragazzi ad essere flessibili, caratteristica molto richiesta dalle aziende, insieme alle competenze tecnologiche. Proporremo come sempre anche giochi di ruolo per aiutare i ragazzi a scegliere la scuola superiore”.
Se l’apeal verso il settore tessile, negli ultimi anni ha cambiato tendenza dimostrando l’interesse di famiglie e studenti, dall’altra ci sono i dati che, se non ci fosse stata il secondo lockdown, sarebbero stati in linea, per quanto riguarda gli avvii al lavoro, allo scorso anno. “Le maggiori perdite – ha spiegato il direttore della Fil Michele Del Campo – sono soprattutto concentrati tra marzo e maggio oltre che agosto. Negli altri mesi si era recuperato il gap, questo significa la vitalità del settore, anche se va considerato il blocco dei licenziamenti. A incidere negativamente sono state le scadenze durante la quarantena dei contratti a tempo determinato, che generalmente si trasformano in tempo indeterminato, che ovviamente non sono state rinnovate. Cambiano le richieste delle imprese che chiedono più funzioni ai dipendenti, questo vuol dire che bisogna continuare a investire nella formazione continua per restare al passo con il mercato del lavoro”.
Accanto agli industriali anche la provincia e il comune di Prato: “Per anni – ha spiegato il sindaco Matteo Biffoni – è passato il messaggio che il tessile era ormai un settore dove non si trovava lavoro. Ora la tendenza si sta invertendo e lo dimostrano anche la partecipazione ai corsi post diploma organizzati dal Pin. Accanto a un prodotto di qualità è necessario anche che ci siano figure specializzate in grado di promuoverlo e sostenerlo”.

Edizioni locali: Montemurlo | Prato
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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