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Il futuro del tessile passa attraverso un ricambio generazionale e un incremento della formazione e delle competenze dei lavoratori. E' quanto emerso durante il convegno internazionale “Il futuro dell’industria moda: innovazioni, scenari, strategie e competenze nel tessile-abbigliamento-pelle-calzatura” che si è svolto il 12 gennaio alla Fortezza da Basso di Firenze organizzato , in collaborazione con Pitti Immagine, dal Pin.
Ai lavori hanno assistito sessanta partecipanti in presenza, 377 in diretta streaming con collegamenti da 18 Paesi e 70 istituti scolastici superiori ad indirizzo moda, per un totale di oltre 2.000 persone.
Nel 2020, il 36% della forza lavoro nell’industria moda aveva un’età superiore ai 50 anni, con un incremento di due punti percentuali rispetto al 2019. Il 61% delle imprese necessiteranno di competenze digitali, il 40% delle imprese di green skills. Ancora: 600.000 le previsioni di fuoriuscita in Europa di lavoratori dal settore che dovranno essere sostituiti. Una preoccupazione per il comparto del tessile-abbigliamento-pelle-calzatura europeo ma soprattutto per l’Italia, dato che è il paese con il più alto numero di lavoratori (circa 410.000), seguita da Romania (quasi 300.000), Polonia (quasi 200.000) e Portogallo (circa 180.000).
Il progetto ha elaborato i possibili scenari del futuro del settore in modo da sviluppare strategie locali, nazionali ed europee. In breve tempo occorre sostenere il comparto con strategie ed azioni efficaci: l'istruzione, la formazione tecnica professionale e la formazione post diploma sono stati temi al centro del dibattito. “La filiera moda deve essere messa al centro e seguire nuovi schemi” ha sostenuto il presidente di Herno e di Pitti Immagine, Claudio Marenzi. "Il Made in Italy manterrà il suo vantaggio competitivo solo attraverso le competenze dei nostri maestri artigiani e le abilità digitali dei ragazzi” ha ribadito Bruno Coterno, ceo di Nice Footwear.
L'intervento di Maurizio Sarti, presidente sezione moda di Confindustria Toscana Nord ha puntato sulla sostenibilità che fa parte della tradizione italiana e richiama la necessità di re-interpretarla alla luce delle nuove tecnologie: “Dobbiamo difendere il nostro heritage, valorizzare il “bello” che però va abbinato ad innovazione, nuove competenze. Fondamentale la formazione e attrarre i giovani. Le nuove tecnologie vanno integrate con la tradizione”.
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