"Il distretto dell'illegalità", levata di scudi del sindaco e delle categorie economiche contro Piazza pulita
Biffoni e Confindustria Toscana Nord hanno inviato email al vetriolo alla redazione in cui si ribatte a ogni assunto contenuto nel servizio dedicato alla realtà produttiva pratese andato in onda giovedì scorso. Confartigianato propone una risposta corale della città
"Non posso consentire che passi un messaggio falso sulla nostra realtà produttiva". A parlare è il sindaco di Prato, Matteo Biffoni, su tutte le furie, come le categorie economiche, per l'immagine di un distretto tessile sinonimo di illegalità e sfruttamento lavorativo, tra l'altro nell'indifferenza delle istituzioni cittadine, emersa dal servizio della trasmissione Piazza pulita andata in onda giovedì 20 maggio su La7.
"E' ingiusto mettere dentro lo stesso sacco cinquemila aziende e trattarle tutte indistintamente come banditi. - prosegue Biffoni - abbiamo fior fiore di imprese che investono in ricerca e formazione, che assumono e che credono nella sostenibilità ambientale. Ecco in quel servizio sono state messe al pari di quelle che sfruttano. Si è gettato discredito e fango su tutto il settore con un danno d'immagine incalcolabile. Generalizzazioni che ledono la dignità del lavoro dell'intera comunità. Mi chiedo perchè non è stata inserita l'intervista al responsabile del dipartimento di prevenzione dell'Asl, Renzo Berti sul grande lavoro fatto per mettere in sicurezza le aziende a conduzione cinese. Quasi un'ora di intervista in video e non ne è andato in onda neanche un secondo. Badate che nessuno nega che ci siano sacche di illegalità. Lo sappiamo bene e da anni, anche con la Procura e la Regione, lavoriamo per combatterla nelle sue numerose forme. Tra l'altro siamo gli unici in Italia ad avere uno sportello contro lo sfruttamento del lavoro. Contestiamo quel servizio semplicemente perchè afferma falsità. Non lo posso accettare".
Sia Biffoni che i vertici di Confindustria, hanno inviato un'email al vetriolo alla redazione di Piazza Pulita. Lettere in cui viene fatto a pezzi il servizio incriminato, punto per punto, e dove si invita il conduttore, Riccardo Formigli, a venire a conoscere davvero le aziende e l'impegno profuso da tutte le istituzioni. Quella di Confindustria, che si dice pronta alle azioni legali a tutela dell'onorabilità del sistema, contiene anche la diffida a rimuovere il servizio dal sito e la richiesta di rettifica.
"Siamo nel mirino, dobbiamo esserne consapevoli. La storia recente del nostro distretto è costellata di crisi reputazionali dovute a frange più o meno estese di imprese che operano, talvolta anche sistematicamente, nell'illegalità - dichiara il vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Francesco Marini -. Di questo l'Unione industriale pratese prima, Confindustria Toscana Nord poi, è sempre stata consapevole e, a differenza di altri soggetti, non ha mai negato questa realtà ma viceversa ha bussato e bussa a tutte le porte perché queste degenerazioni siano arginate. Siamo sempre stati consapevoli che le aziende oneste hanno tutto da perdere da situazioni del genere, ma abbiamo predicato nel deserto per anni, chiedendo che fossero fatti controlli alle aziende, sottolineando sempre che, nonostante la presenza di sacche particolarmente a rischio come quelle delle imprese cinesi, la vigilanza non doveva conoscere limitazioni né etniche né di altro genere. Le motivazioni degli ultimi incidenti saranno stabilite dagli accertamenti giudiziari: non ci pronunciamo certo nel merito di quanto è accaduto, ma rileviamo come Prato oggi sia sotto scacco, come lo è stata dopo il rogo della Teresa Mode e come, cronicamente, è da vent'anni per le imprese cinesi. Le imprese oneste di Prato, che sono la stragrande maggioranza, non si meritano tutto questo. Come Confindustria Toscana Nord intendiamo contrastare l'ondata di fango che si è abbattuta sulle imprese sia stigmatizzando chi quel fango, in maniera talvolta interessata, ce lo sta riversando addosso, sia valorizzando quello che invece hanno fatto e fanno le aziende perbene". Confindustria fa sapere che nei prossimi giorni diffonderà dei dati precisi e documentati sullo stato di sicurezza sul lavoro.
Confartigianato Imprese Prato chiede che la risposta sia corale e lancia una proposta ben precisa che va oltre l'episodio contestato: la convocazione urgente di un tavolo con tutti gli attori della vita sociale, economica e istituzionale della città per rispondere in modo unito e compatto "al pessimo servizio televisivo di La7" ma, più in generale, per mettere mano a un problema e a una lacuna che il nostro territorio soffre da decenni: l’incapacità di comunicare in modo corretto la propria realtà.
"Un servizio – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Prato, Luca Giusti – che preferisce seguire la linea scandalistica per catturare qualche ascolto in più rispetto a quella della ricerca della verità. È innegabile che esistano purtroppo nel nostro distretto ancora situazioni di sfruttamento come quelle descritte, ma chiunque abbia l’onestà intellettuale di approfondire il discorso scoprirebbe che quelle situazioni sono casi marginali che occorre continuare a combattere come Prato sta facendo ormai da anni, come possono testimoniare i numeri. E se dobbiamo chiedere onestà intellettuale ai giornalisti che vogliono raccontare la nostra realtà, compito nostro e ormai necessità inderogabile, è quella di presentarla nel modo migliore, mettendo da parte i personalismi per tracciare e seguire una strategia di comunicazione che coinvolga tutti e offra finalmente al Paese e al mondo un’immagine di Prato almeno consona alla realtà. Un territorio dove da sempre si lavora molto per creare sviluppo e ricchezza e che ormai da svariati anni lo fa non solo stando nelle regole, ma precorrendo spesso i tempi anche per quanto riguarda sia i metodi che le condizioni di lavoro".
Proposta che trova subito l'appoggio del sindaco Biffoni e di Confindustria. Mancano all'appello solo i sindacati.
Non mancano le reazioni politiche.
Per Aldo Milone, responsabile del dipartimento regionale sicurezza e immigrazione di Forza Italia, è giusto rispondere alla trasmisisone "che sicuramente ha generalizzato sull'accusa rivolta al distretto pratese circa lo sfruttamento di operai. Però non bisogna neanche nascondersi dietro un dito e far finta che a Prato non esiste questo fenomeno. Bisogna assolutamente dire quali aziende praticano questo sfruttamento. Ovvero le aziende cinesi, e non da ora, ma da anni. Solo in questo modo si diventa credibili. La risposta di Confartigianato e degli altri enti, compreso Comune e Provincia, deve essere secca e non reticente, se vogliamo fare una smentita soprattutto, come ho già detto, credibile".
Per la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Silvia La Vita "ll sindaco deve piuttosto inviare una mail al Ministero del Lavoro, tra l'altro in quota Pd, ed esigere con forza che sia avviato un tavolo di confronto sulle problematiche specifiche del distretto produttivo pratese.
Tira le orecchie al sindaco anche il senatore Patrizio La Pietra, coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia: "Mi sorprende la reazione di un sindaco che dovrebbe indignarsi molto di più di fronte agli illeciti nel distretto con lo stesso vigore con cui respinge i contenuti dell'approfondimento televisivo. Ricordo al sindaco Biffoni che la nostra proposta di strutturare un distretto attraverso la creazione di una governance non è stata neppure presa in considerazione sarebbe stata una grande occasione per unire voci e forze e contrastare, tramite interventi concertati e mirati, quei fenomeni che poi producono quella cattiva pubblicità che nessuno di noi vorrebbe mai vedere, e che suscitano le comprensibili reazioni delle associazioni di categoria e dei tanti imprenditori onesti che fanno il loro lavoro con competenza e serietà, rispettando le regole. Più volte abbiamo cercato di evidenziare la presenza di illegalità nel sistema produttivo e più volte abbiamo denunciato la presenza di un fenomeno criminale come la mafia cinese ma siamo sempre stati tacciati di allarmismo e di razzismo, poi però arrivano le trasmissioni radiotelevisive che sono ne più e ne meno il risultato che si ottiene quando si preferisce girarsi dall'altra parte. Non è buttando la polvere sotto il tappeto che si può sperare di far arrivare ovunque solo la faccia pulita del distretto".
Critica con le generalizzazioni del servizio, la capogruppo della Lega, Patrizia Ovattoni: "Non si può fare di tutta l’erba un fascio; la nostra città è afflitta da un grande problema che si chiama “sistema Prato “, un sistema di cui non andiamo orgogliosi ma che esiste e porta la quasi totalità dei problemi di sfruttamento, lavoro nero e criminalità. Ma l’altra faccia della stessa medaglia ci fa vedere un distretto tessile invidiato nel mondo, sinonimo di produttività e con un knowhow sull’economia circolare tessile che molti possono solo sognare. Generalizzare è sempre un errore e mi sento di difendere la parte sana del nostro territorio, che fortunatamente è in maggioranza".
(e.b.)