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Come fosse una pietra d'inciampo, d'ora in poi tutti coloro che percorreranno la pista ciclo-pedonale in località Il Mulino, proprio sotto al Quercione, conosceranno il luogo, dove nel 1944 fu arrestato Marcello Martini, appena 14 anni, e deportato nel campo di sterminio di Mauthausen in Austria. La targa, che il Comune ha posto questa mattina 28 gennaio sopra un cippo, ha un preciso intento: far parlare i luoghi della memoria, rompere il silenzio e, attraverso la conoscenza, dire "mai più orrori simili".
Alla cerimonia di inaugurazione della targa erano presenti la moglie di Marcello Martini, scomparso lo scorso 14 agosto a 89 anni, Mariella Meucci Martini, la figlia Alessandra e le nipoti: "Marcello sarebbe stato molto felice di questa targa. – ha sottolineato con commozione la moglie Mariella – È in questo luogo che avviene uno dei passaggi fondamentali della vita di Marcello, quello da ragazzino coccolato e viziato (era l'ultimo dei fratelli), a deportato e quindi a “numero”, il 76430 che per un anno, nel lager, è stato il suo nuovo nome di battesimo".
La famiglia Martini, insieme al sindaco Calamai e all'assessore Vespi, al termine della cerimonia hanno raggiunto la scuola primaria “Margherita Hack” di Bagnolo, dove ad attenderli c'erano i bambini delle classi quinte, che hanno donato alla signora Mariella dei disegni per ricordare la figura di Marcello Martini. Anche i lavori dei bambini di Montemurlo, insieme a tutti quelli che Marcello ha ricevuto in dono durante le sue visite nelle scuole, finiranno in un libro. che la famiglia Martini sta preparando con la Giunti e dedicato al lavoro di testimonianza portato avanti dall'ex deportato nelle scuole.
Edizioni locali: Montemurlo