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Giovanni Nuti scrive al fratello Francesco: “Il tuo grande sogno non si realizzerà”


Una riflessione amara pubblicata sul profilo Facebook nella quale il musicista parla del sogno dell'attore, il film Olga e i fratellastri Billi, che non si farà e parla della fatica di questi anni. "Tu sai che i grandi finiscono sempre con molti sogni nel cassetto"


Redazione


“Il tuo sogno più grande, il film Olga e i fratellastri Billi, non si realizzerà”. E' uno dei passaggi della lettera che Giovanni Nuti ha pubblicato sul suo profilo Facebook e destinata al fratello Francesco. Una riflessione amara che il musicista, autore di tante colonne sonore dei film dell'attore pratese, ha scritto il giorno di Pasqua, “giorno di Resurrezione”. Parla di topi saltatori, e proprio così ha intitolato queste righe che pubblichiamo integralmente.
“Caro Cecco, oggi è un giorno speciale, tu lo sai bene, perché sei un campione di Resurrezione. Da quando sei risorto l’ultima volta, nel 2010, ci siamo rimboccati le maniche e, senza Santi in Paradiso, abbiamo fatto qualcosa di buono: l’album “Le Note di Cecco”, la tua biografia “Sono un bravo ragazzo”, la monografia dei tuoi dipinti, e la canzone “Olga, tu mi fai morir”, che un signor Nessuno non ha voluto a San Remo, anzi non ha neppure ascoltato [da perfetto Nessuno]. Peggio per lui.
Però oggi, giorno di Resurrezione, sarò sincero fino in fondo con te, e faccio questa profezia: il tuo sogno più grande non si realizzerà: il film “Olga e i fratellastri Billi” non si farà. Mi chiedi perché? Caro fratello, ci sono indizii precisi: Isabella non risponde, Giovanni dice che non ci sono i margini produttivi e soprattutto non ci sei tu [strano, mi pareva tu ci fossi], infine i produttori, a cui abbiamo fatto leggere la sceneggiatura, hanno gradito, ma non hanno il coraggio.
Del resto siamo in Italia, dove lo sport nazionale non è il calcio, ma il salto sul carro del vincitore, per poi scappare appena la nave affonda. Topi. Topi saltatori.
Anche qui, peggio per loro, peggio per chi non ha il coraggio di rischiare e neppure di venire a trovarti, che ti vogliono ricordare nel tuo splendore, come qualche scrittore che ha fatto pure “outing” letterario della propria vigliaccheria, e gli hanno dato pure il premio Strega, ma di incontrarti “nisba”! Continueranno ad onorarti come un monumento, e non come un albero che può dare ancora frutto. Peccato. Del resto a te, in fondo in fondo, non te ne frega niente. Tu sai che i grandi finiscono sempre con molti sogni nel cassetto.
Io piuttosto, mi sono avvelenato il sangue in tutti questi anni, fino al punto che qualcuno mi ha persino accusato di fare accanimento terapeutico: cazzo, manco tu fossi un malato terminale ed io un medico dei lager. Comunque, per quanto mi riguarda è venuto il grande momento: ho già dato! Devo finalmente tacere.
Fratelli di sangue, ma soprattutto di spirito e silenzio. Da oggi, a chi mi chiederà: “Come sta Francesco?”, risponderò: “Bene! Come uno che guarda e sta zitto.”

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