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Ginecologi arrestati, prime ammissioni degli indagati davanti ai pm. Attesi sviluppi


Uno dei quattro medici arrestati e due cinesi sono comparsi davanti ai sostituti Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli. Le indagini non si fermano e l'inchiesta sulle "visite clandestine" dentro l'ospedale o al Centro Giovannini potrebbe allargarsi


Redazione


Tornata di interrogatori ieri, venerdì 13 luglio, nell'ambito dell'inchiesta che all'inizio della settimana ha portato all'arresto di sette persone, quattro ginecologi dell'ospedale di Prato (tutti sospesi dalla Asl) e tre cinesi, accusati a vario titolo di peculato e truffa ai danni dello Stato per avere organizzato un giro di “visite clandestine” – questa la definizione del procuratore Giuseppe Nicolosi – a pazienti cinesi che avrebbero pagato tra 100 e 150 euro per usufruire del servizio sanitario pubblico senza però passare dalla prenotazione al Cup.
Arresto per Elena Busi, 40 anni, Simone Olivieri, 39, Ciro Comparetto di 52, Massimo Martorelli di 48, e per Wu Lihua detta Giulia, 44 anni, Li Jie detto Luigi, 36, e Zhou Qiongying alias Susanna, 37 anni. Per altri quattro cinesi obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre due sono indagati a piede libero. Risultano inoltre coinvolti altri due ginecologi, una ostetrica, un chirurgo e un altro medico, tutti dell'ospedale di Prato.
Davanti ai sostituti Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli è comparso uno dei medici messi agli arresti domiciliari che ha fornito la sua versione dei fatti rispondendo alle domande. Le dichiarazioni del professionista sarebbero ritenute importanti dagli investigatori. Sarebbero state “dichiarazioni ammissive” quelle rilasciate da uno dei cinesi coinvolti nell'indagine che ha impegnato per alcuni mesi a cavallo tra la fine dello scorso anno e l'inizio di questo i carabinieri del Nucleo investigativo con intercettazioni, pedinamenti e controlli mirati (anche con l'uso di telecamere nascoste).
In procura anche Wu Lihua 'Giulia', che ha accusato un malore per il quale è stato necessario l'intervento di un'ambulanza inviata dal 118. La donna, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere, è stata trasferita al pronto soccorso per accertamenti. La cinese è accusata anche di ricettazione per essere stata indicata dalla connazionale che si sentì male in seguito all'assunzione di una pillola abortiva come la persona che gliela aveva procurata attraverso un medico. Da questo episodio, che risale ad aprile 2017, è partita l'indagine. Il professionista non è stato individuato ma resta che quel farmaco può essere reperito e somministrato esclusivamente in ambiente ospedaliero.
Le indagini vanno avanti senza sosta. Obiettivo della procura, nelle cui carte sono ricostruiti uno ad uno i contatti, le visite e i pagamenti a nero contestati ad ognuno degli indagati, è verificare se altri – sia all'ospedale Santo Stefano che al Centro Giovannini dove le pazienti venivano ricevute – sapevano ma non hanno denunciato.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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