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Fallimento Sasch, Cenni offre un maxirisarcimento ai creditori e la procura dice sì al patteggiamento


L'ex sindaco di Prato ha chiesto di patteggiare due anni e uscire dal processo per il crac della Sasch. Nuove carte sul giro compiuto dai soldi ricavati dalla vendita dei marchi hanno spinto la difesa del commercialista Viscomi a chiedere di annullare il rinvio a giudizio o celebrare una nuova udienza preliminare


Redazione


Due anni di reclusione con sospensione della pena. Ha chiesto di patteggiare la condanna Roberto Cenni, ex sindaco di Prato, imputato di bancarotta nel processo per il dissesto del Gruppo Sasch, il colosso dell'abbigliamento naufragato nel 2010. Cenni ha messo sul piatto anche la proposta transattiva per risarcire i creditori, valore superiore a 5 milioni rappresentato da un complesso immobiliare alle porte di Firenze. I pubblici ministeri Gestri e Sangermano hanno dato il consenso alla richiesta avanzata oggi, lunedì 27 giugno, dall'avvocato Manuele Ciappi; il tribunale deciderà il prossimo 12 settembre. “Le motivazioni portate in aula oggi – ha detto Gestri – ci consegnano un quadro profondamente modificato”. A cambiare le carte in tavola (il patteggiamento non aveva ottenuto l'approvazione dell'accusa nell'udienza dello scorso maggio) un altro fatto oltre alla proposta di risarcimento: la corposa documentazione da cui emergerebbe che i soldi incassati dalla vendita dei marchi, circa 6 milioni, sono sempre stati nella disponibilità della Sasch e dunque mai sottratti ai creditori. Un elemento, questo, su cui ha insistito molto non soltanto la difesa di Roberto Cenni, ma anche quella di Annibale Viscomi, il commercialista per il quale l'avvocato Gaetano Berni ha chiesto l'annullamento del rinvio a giudizio e quindi il proscioglimento o, in alternativa, una nuova udienza preliminare (il pubblico ministero si è rimesso alla decisione dei giudici). “Quei documenti risalgono al periodo in cui l'udienza preliminare era pendente” ha detto il legale ai giudici. Documenti, per la difesa, di grande rilevanza che, attraverso una lunga ricostruzione contabile, dimostrerebbero che il provento addirittura maggiorato della vendita dei marchi, complessivamente 6 milioni 650mila euro, è rientrato in Italia dopo operazioni su un conto corrente aperto presso la Shanghai Banking Corporation Limited. Prova, per la difesa, della insussistenza della bancarotta legata ai marchi, l'unica delle due contestata al commercialista (l'altra è relativa alla merce inviata in Russia). Roberto Cenni, presente in aula assieme alla moglie, ha offerto ai creditori la società Cancelli Rossi proprietaria di un complesso immobiliare valutato tra 4 e 6 milioni, libero da vincoli e gravami; l'ex sindaco ha anche rinunciato al credito di 2 milioni vantato nei confronti della stessa società per finanziamenti fatti nel corso degli anni. Non entra nel calcolo del risarcimento la residenza di famiglia a Forte dei Marmi, venduta a 6 milioni e mezzo che sono finiti in imposte, oneri, mutui ipotecari e debiti. In attesa della decisione dei giudici sul destino di Roberto Cenni e Annibale Viscomi, sono quattro gli imputati che affronteranno il dibattimento: Giacomo Cenni, Fabrizio Viscomi, Antonio Campagna e Carlo Mencaroni. Nove i patteggiamenti in sede di udienza preliminare (LEGGI).

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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