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Fallimento Grassi, due dei fratelli chiedono al giudice di poter patteggiare


Depositata la proposta che prevede due anni di reclusione e 6 mesi di lavori socialmente utili. Previsto anche il risarcimento alla curatela fallimentare in cambio della rinuncia a costituirsi parte civile. Udienza fissata a luglio quando saranno discusse le posizioni degli altri 7 imputati. L'accusa: bancarotta fraudolenta


Redazione


Due anni di reclusione e sei mesi di lavori socialmente utili finalizzati a ottenere il beneficio della sospensione della pena. E' la proposta di patteggiamento consegnata al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Prato, Francesca Scarlatti, dai fratelli Sandro e Marco Grassi, imputati insieme alla sorella Morena e a sei professionisti tra avvocati, commercialisti e geometri, di bancarotta fraudolenta per il crac della Grassi snc. La proposta contiene anche il risarcimento alla curatela fallimentare, rappresentata dal commercialista Leonardo Castoldi, in cambio della revoca della costituzione di parte civile. Si parla di un risarcimento composto in parte da denaro e in parte da un intervento di bonifica e smaltimento dei rifiuti su una delle proprietà passate in gestione alla curatela. Tra contanti e soldi risparmiati, un tesoretto che la curatela dovrà ripartire tra i creditori secondo i criteri stabiliti dalla legge.
Manca solo il via libera del tribunale perché tutte le altre parti coinvolte sono già d'accordo: il pubblico ministero Lorenzo Boscagli (titolare dell'inchiesta insieme al collega Lorenzo Gestri, da qualche settimana passato alla procura di Firenze) ha dato parere favorevole anche in virtù del risarcimento che il curatore ha acconsentito ad incamerare.
Nella valutazione del pm è entrato anche un altro elemento: l'ammissione di responsabilità, da parte degli imputati, dei fatti contestati. Una trentina di milioni il valore del dissesto della Grassi snc, società costituita nel 2011 per accorpare le imprese del gruppo Grassi, uno dei maggiori colossi dell'edilizia pratese, per anni calamita di commesse pubbliche e private. Fu la procura, nel 2018, a chiedere e ottenere il fallimento, sulla scorta delle forti proteste delle ex maestranze che denunciavano di non aver mai visto un soldo dei loro 650mila euro di stipendi arretrati. Una denuncia che nasceva dal fatto che la Grassi snc era stata ammessa al concordato preventivo sette anni prima e che da quel concordato era nata la Castelnuovo Lavori, azienda gestita – come dicono le carte dell'accusa – dalla famiglia Grassi attraverso l'utilizzo dei beni delle precedenti aziende senza però corrispondere alcun corrispettivo o canone e senza assicurare l'estinzione delle passività sociali esistenti in sede di approvazione del concordato e di quelle maturate con la continuità aziendale”.
Ai tre fratelli Grassi, l'accusa imputa di aver provocato il dissesto attraverso una serie di azioni sui bilanci allo scopo di far ritenere ai creditori uno stato economico in salute.
La prossima udienza è fissata il 14 luglio: il giudice si esprimerà sul patteggiamento e poi saranno discusse le posizioni degli altri imputati contro i quali resteranno in piedi le costituzioni di parte civile sia della curatela fallimentare che degli ex lavoratori.

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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