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Don Spagnesi, la Chiesa ha presentato denuncia per appropriazione indebita. Crescono le querele dei fedeli raggirati


La denuncia, portata in questura, è stata già trasmessa alla procura. Si parla di ammanchi per un ammontare compreso tra 130 e 150mila euro tra il 2019 e aprile 2021. Il sacerdote è agli arresti domiciliari dal 14 settembre per importazione e spaccio di droga. Prima di lui, era finito nei guai il compagno


Redazione


La parrocchia della Castellina ha querelato don Francesco Spagnesi, il sacerdote agli arresti domiciliari per importazione e spaccio di droga acquistata con i soldi della chiesa e consumata durante i festini a luci rosse organizzati a casa del compagno, Alessio Regina, anche lui arrestato. La querela è stata consegnata stamani in questura e da qui depositata in procura. Al sostituto Lorenzo Gestri, titolare dell'inchiesta, la parrocchia chiede di verificare la sussistenza del reato di appropriazione indebita, cioè se gli ammanchi – che secondo le stime oscillerebbero tra 130 e 150mila euro – possano diventare un'ulteriore ipotesi accusatoria a carico dell'ex parroco. E' stato don Spagnesi a confessare di aver usato i soldi della parrocchia per comprare cocaina e gbl, meglio nota come droga dello stupro. I primi acquisti risalirebbero al 2019, l'ultimo alla fine di agosto quando prima Alessio Regina e poi il sacerdote sono finiti nei guai. Erano in macchina insieme, sull'auto di proprietà di don Spagnesi, quando la polizia li fermò per un controllo: ad attirare l'attenzione degli agenti fu un pacchetto intestato a Regina, proveniente dall'Olanda, appena ritirato da uno spedizioniere; all'interno un litro di gbl da cui ricavare tra mille e duemila dosi.
I consistenti e continui prelievi di denaro dal conto corrente della parrocchia erano già emersi a maggio del 2020 ma è la scorsa primavera che il vescovo, Giovanni Nerbini, viene a sapere della tossicodipendenza del prete e revoca la sua firma dai conti. Gli ammanchi sarebbero nell'ordine di 5-10mila euro nel 2019, 80-90mila nel 2020, tra 45 e 50mila nei primi quattro mesi del 2021. La diocesi aveva già fatto sapere che non è possibile quantificare quanti soldi sono stati destinati alle spese della parrocchia e alle attività caritatevoli e quanti, invece, all'acquisto di droga.
Sarà la procura, anche sulla base degli altri elementi raccolti in queste prime settimane di indagine, a stimare quanti soldi della chiesa sono finiti nelle tasche degli spacciatori che rifornivano don Spagnesi. Intanto prende sempre più consistenza l'altra ipotesi di reato, quella della truffa ai fedeli a cui, dopo essere stato interdetto dalla possibilità di fare operazioni sul conto corrente della parrocchia, il sacerdote si rivolgeva chiedendo soldi da destinare alle famiglie povere. Sette-otto, al momento, le querele arrivate in procura da parrocchiani e conoscenti che si sono sentiti traditi dal prete, che erano convinti di aver fatto del bene alle persone bisognose e che solo dopo l'arresto hanno saputo di aver finanziato i canali della droga. 

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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