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Borsa italiana non ha approvato la quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza. Lo si legge in una nota, in cui si precisa che "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato" e i dubbi sulla possibile quotazione della banca dopo l'intervento di Atlante a copertura dell'aumento di capitale ed il ridotto flottante, pari a circa l'8% a fronte della soglia minima del 25% prevista dal regolamento, pesano sull'intero comparto in Piazza Affari. I vari titoli bancari sono arrivati a perdere fino al 6%.
In particolare, Vicenza avrebbe avuto un unico soggetto, Atlante, in possesso del 91,72% del capitale sociale; 10 investitori istituzionali col 5,07%, di cui il 4,97% verrebbe detenuto da un unico investitore, Mediobanca, indicato come non computabile ai fini del flottante e il residuo 0,1% dai restanti 9 investitori. Il pubblico indistinto avrebbe detenuto lo 0,36% e gli azionisti preesistenti verrebbero a detenere il 2,86% del capitale sociale post offerta globale.
Per effetto del 'no' di Borsa Italiana, l'offerta decade, Atlante si accollerà l'intero importo dell'operazione, ovvero 1,5 miliardi di euro, diventando azionista di controllo. Agli attuali azionisti andrà circa lo 0,67% del capitale.
Quotata o no, il destino della Banca Popolare di Vicenza è comunque segnato. La prima mossa sarà rivoluzionare il cda; poi sarà ripensata l'azione di responsabilità contro la gestione dell'ex presidente Gianni Zonin non votata dall'assemblea del 26 marzo scorso. Intanto Atlante cercherà un partner industriale tra i fondi chiusi per un veloce rilancio.
Per effetto del 'no' di Borsa Italiana, l'offerta decade, Atlante si accollerà l'intero importo dell'operazione, ovvero 1,5 miliardi di euro, diventando azionista di controllo. Agli attuali azionisti andrà circa lo 0,67% del capitale.
Quotata o no, il destino della Banca Popolare di Vicenza è comunque segnato. La prima mossa sarà rivoluzionare il cda; poi sarà ripensata l'azione di responsabilità contro la gestione dell'ex presidente Gianni Zonin non votata dall'assemblea del 26 marzo scorso. Intanto Atlante cercherà un partner industriale tra i fondi chiusi per un veloce rilancio.