05.01.2015 h 18:20 commenti

Diciannovenne travolto da un'auto, il pirata si costituisce ma dice: "Non sono scappato"

Si tratta di un imbianchino di 29 anni ed è stato sottoposto a fermo e messo agli arresti domiciliari. Con lui in auto c'era l'uomo arrestato per rapina 24 ore dopo. Il difensore: "Il mio assistito non è scappato e si è fermato a soccorrere il povero ragazzo"
Diciannovenne travolto da un'auto, il pirata si costituisce ma dice: "Non sono scappato"
Si è costituito nel pomeriggio l'uomo che sabato sera ha investito e ucciso in via Valentini Giancarlo Ravidà, il 19enne originario di Foggia morto ieri, domenica, nell'ospedale di Careggi senza aver ripreso conoscenza. L'uomo, un imbianchino marocchino di 29 anni, sposato con una donna italiana e padre di due figli in tenera età, si è presentato in questura accompagnato dal suo legale, l'avvocato Leonardo Pugi. E' stato poi portato in procura e qui interrogato dai magistrati Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri che, alla fine, lo hanno sottoposto a fermo di polizia giudiziaria contestando i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso. Il giovane imbianchino è stato quindi messo agli arresti domiciliari e nei prossimi giorni comparirà davanti al giudice per l'udienza di convalida.
Davanti ai magistrati, l'uomo, che era alla guida di una Audi A3, assicurata e di sua proprietà, ha negato di essere fuggito. Ha invece detto di aver fermato l'auto pochi metri dopo l'incidente e di essere stato tra i primi a soccorrere il povero Giancarlo. "Il mio assistito - ha spiegato l'avvocato Pugi - ha fornito una serie di elementi che poteva sapere solo essendo stato presente durante i soccorsi. ha anche riconosciuto una delle agenti della polizia municipale intervenute e ha fornito la descrizione di almeno altri due o tre dei testimoni".
Per questo motivo il legale è pronto a dare battaglia sul reato di omissione di soccorso. "Il mio assistito - dice - non ha ammesso chiaramente la sua responsabilità sul momento ma ha fatto di tutto per soccorrere il povero ragazzo. Restando sul posto per circa un'ora. ha anche chiamato la moglie che lo ha raggiunto e non ha fatto niente per nascondere l'auto, che è parcheggiata sotto casa sua. Stamani mi ha chiamato e io sono rientrato dalle vacanze prima possibile. Poi siamo andati in questura. Un atto, quello di presentarsi spontaneamente, che dovevamo anche a quei poveri genitori. sempre che ci sia qualcosa che può alleviare il loro dolore".
Gli investigatori, invece, restano fermi sull'ipotesi dell'omissione di soccorso. Non solo, dalle indagini è emerso un particolare sul quale gli inquirenti vogliono vederci chiaro. Accanto all'imbianchino sull'Audi A3, infatti, c'era un connazionale di 43 anni: la stessa persona che 24 ore dopo sarebbe stato arrestato per aver rapinato una coppia di cinesi (LEGGI). La procura vuol quindi capire come mai i due fossero stati insieme l'altra sera ed, eventualmente, accertare cosa avessero fatto. 
Il giovane imbianchino ha invece detto di conoscere solo per nome il connazionale e che la sera del tragico investimento stava andando entro i limiti, quando ha visto all'improvviso sbucare la sagoma del 19enne da dietro le auto. "Ho frenato - avrebbe detto ai magistrati - ma a quel punto era troppo tardi e non ho potuto evitare di investirlo".
Soddisfazione da parte del procuratore Antonio Sangermano, che ha voluto sottolineare l'impegno massimo fornito dalle forze dell'ordine che, con le loro indagini, hanno messo pressione sull'investitore. "Il caso era di una gravità estrema - dice - e per questo nessuno ha risparmiato gli sforzi per arrivare a individuare il responsabile. Dalla Squadra mobile alla polizia municipale. Per questo mi sento di ringraziare il sindaco che ha impegnato al massimo le forze a sua disposizione. Un grazie anche ai pratesi che hanno dato il loro contributo collaborando con le forze dell'ordine".
Nel pomeriggio Domenico Ravidà, cugino di Giancarlo, aveva fatto su Facebook un appello all'investitore affinché si costituisse (LEGGI).
 
 
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Data della notizia:  05.01.2015 h 18:20

 
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