Diciannovenne investito in via Valentini, la difesa: "Il mio assistito andava a 40 km/h e si è fermato. Ha avuto paura. Poteva succedere a chiunque"
L'investitore che si è costituito ieri pomeriggio, sostiene di essersi fermato a soccorrere il ragazzo. L'avvocato Pugi: "Ha dato degli elementi che solo una persona presente poteva sapere. Ha pianto tutto il tempo. Quella sera andava piano. Spero che le immagini delle telecamere lo dimostrino". Sequestrata l'auto
"Ha pianto per tutto il tempo, in questura e in procura, ripetendo in continuazione "mi dispiace, mi dispiace, non l'ho fatto apposta. E' sbucato all'improvviso". Così l'avvocato Leonardo Pugi descrive lo stato d'animo del suo assistito, il ventinovenne marocchino che ha investito Giancarlo Ravidà sabato sera in via Valentini. Un investimento tragico perchè la mattina seguente il diciannovenne è morto all'ospedale di Careggi. L'uomo sostiene di essersi fermato a prestare soccorso ma di non aver palesato la propria responsabilità per paura. Per la Procura l'investimento è pirata e contesta al giovane imbianchino nordafricano anche l'omissione di soccorso, oltre all'omicidio colposo. Il marocchino, in stato di fermo ai domiciliari, si è costituito ieri pomeriggio
(LEGGI L'ARTICOLO), accompagnato da suo avvocato che ha dovuto interrompere la sua vacanza in Val d'Orcia non appena è stato contattato dal suo assistito. "Mi ha chiamato domenica sera quando ha appreso della morte del ragazzo - racconta Pugi - voleva andare subito in questura. Sono stato io a fermarlo e dirgli di aspettare. La mattina seguente ho fatto i bagagli e ho telefonato in questura per avvertire che più tardi mi sarei presentato con il mio assistito. Se c'è stato un ritardo quindi è colpa mia che non ero a Prato". La difesa ha portato una serie di elementi concreti per sostenere che l'investitore si è fermato a soccorrere il ragazzo e che la sua condotta presenta una colpa lieve: "Il mio assistito ha dichiarato che andava piano, a 40 km/h. Dal filmato diffuso dalla procura si vede distintamente che le auto che lo precedono e lo seguono vanno molto più veloce. La presenza di un suv parcheggiato al lato della strada gli ha impedito di vedere per tempo il ragazzo che tra l'altro era girato dalla parte opposta rispetto alla provenienza dell'auto. Non ha avuto neanche il tempo di frenare. Poteva succedere a chiunque. C'è stata solo colpa ed è tutto da verificare che sia di natura penale. Spero che dalle immagini delle varie telecamere di sicurezza presenti sulla strada sia possibile riconoscere tra i soccorritori la presenza del mio assistito che ha dato una descrizione precisa di come era vestito. Spero anche che la ragazza della pizzeria che gli ha detto di non toccare e muovere il ferito lo riconosca. Ha fornito degli elementi che solo chi era presente poteva sapere. Ha parcheggiato l'auto subito prima della fermata del bus e siccome era messa male è anche andato a spostarla. Al civico 66 c'è una telecamera di un'abitazione privata. Se non ha ripreso il passaggio della macchina del mio assistito sarà chiaro che si è fermato prima e quindi non c'è stata omissione di soccorso. Perchè non ha dichiarato di essere lui l'investitore? E' giovane e ha avuto paura. In quei momenti concitati nessuno aveva capito che si trattava di un investimento e quindi nessuno cercava l'investitore. Non è riuscito ad alzare il dito e a dire sono stato io". Stamani l'Audi A3, intestata al marocchino e regolarmente assicurata, è stata sequestrata. "Il danno è minimo a conferma della velocità moderata. Spero venga fatta una perizia per confermare questo elemento - prosegue l'avvocato - la Procura, nell'ordinanza di fermo, la definisce in maniera vaga "velocità non adeguata alla situazione" e se per trovare il responsabile dell'investimento ha diffuso il video delle telecamere di sicurezza, significa che non aveva altri elementi."
L'interrogatorio di garanzia del giovane imbianchino è stato fissato per domani. Probabile che si proceda con il giudizio immediato. L'avvocato Pugi contesta anche il provvedimento di custodia cautelare: "è stato messo ai domiciliari per pericolo di fuga. Ma stiamo scherzando? Si è costituito, come fa a esserci il pericolo di fuga? Ha due bimbi e una moglie, un lavoro. Non si può scrivere ciò che si vuole. Non c'è neanche pericolo di reiterazione del reato perchè ho consegnato agli inquirenti la sua patente in originale". L'avvocato Pugi esprime anche "solidarietà, calore umano, vicinanza e affetto nei confronti della famiglia di Giancarlo, come avvocato e come padre" e a quanti sui social network lo hanno criticato perchè difende l'investitore di Giancarlo dice: "la presenza di un difensore è una garanzia a tutela della libertà di tutti. Gli sbagli giudiziari purtroppo esistono".