I dipendenti dell'ex impresa Grassi: "Da sette anni aspettiamo di riscuotere lo stipendio. Vogliamo chiarezza dal tribunale"
Il concordato è stato firmato nel 2011, ma nonostante i lavoratori siano creditori privilegiati non hanno ancora riscosso sette mensilità:"Ci hanno detto che non ci sono più soldi, ma secondo noi ci sono irregolarità gravi."
Per il concordato sono creditori privilegiati, ma di fatto devono ancora riscuotere sette mensilità (ottobre 2010/maggio 2011), un credito di 650 mila euro diviso fra i 40 lavoratori dell’ ex Gassi (
leggi). Una situazione che si trascina da sette anni la cui conclusione sembra ancora molto lontana.
“A gennaio – spiega Claudio Capecchi a nome del comitato spontaneo degli ex dipendenti – i liquidatori giudiziali ci ha comunicato che non ci sono soldi per pagare i nostri stipendi e neppure i 250mila euro per la cassa edile, eppure le aste dei beni previste nel concordato sono andate a buon fine. Una situazione che non accettiamo più e quindi, dopo aver organizzato due manifestazioni di protesta e ed essere stato ricevuti dal sindaco, senza però ottenere nulla, chiederemo un incontro con il presidente del tribunale per avere chiarimenti sulla situazione: chi doveva controllare non ha fatto il suo lavoro”.
Secondo gli ex dipendenti nonostante il concordato del 2011 imponesse di non contrarre debiti, a settembre 2013 c’era un disavanzo. " Una cifra importante che sfiora i 3milioni e mezzo- continua Capecchi – eppure nelle ultime assemblee ci era stato detto che esistono due cassetti uno delle entrate e l’altro delle uscite che devono essere in equilibrio. Come è stato possibile, invece, arrivare a un saldo negativo? Dove sono stati spesi questi soldi?”. Altra anomalia, sempre secondo il comitato, è la vendita del terreno di Poggio a Caiano dal cui ricavato si potrebbe ripianare il debito con i lavoratori. “E’ bene ricordare che l’asta di un altro terreno a Baciocavallo è bloccata dal giudice: non è stata fatta la dovuta pubblicità e l’unica offerta proviene da un’azienda in concordato. Per quanto riguarda Poggio sappiamo che ci sono problemi anche in questo caso e comunque il terreno fa parte di un altro concordato non il nostro”.
Nonostante tutto gli ex lavoratori sono determinati ad andare avanti uniti. “Non possiamo farci prendere dalla stanchezza - spiegano – se venisse decretato il fallimento sarebbe la fine di tutto. Siamo tenaci e pazienti ma anche determinati a gesti forti pur di ottenere quello che ci spetta”.
alessandra agrati