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Crollo azioni BpVi, Consiag e Fondazione Cassa di risparmio scelgono strade diverse per il risarcimento


La Fondazione è passata da 22 milioni a 35 mila euro, Consiag da 9 milioni e mezzo a 15mila euro. La prima tenterà di recuperare i soldi senza promuovere azioni giudiziarie, Consiag dopodomani andrà in tribunale per la mediazione obbligatoria prima della causa civile. L'amministratore unico: "Abbiamo più di una lettera di impegno della banca a riacquistare le azioni e se sarà necessario presenteremo denuncia penale"


Redazione


Milioni diventati una manciata di migliaia di euro, “tesoretti” consumati dal deprezzamento delle azioni della Banca popolare di Vicenza. Colpi da ko per la Fondazione Cassa di risparmio di Prato entrata nella top 20 degli azionisti italiani che ci hanno rimesso di più passando da 22 milioni a 35mila euro e per Consiag che ha visto sgonfiarsi da 9 milioni e mezzo a 15mila euro il suo pacchetto. Tutti e due i soci della BpVi stanno tentando di recuperare il denaro impegnato in azioni, la Fondazione con una strategia morbida che non prevede mosse giudiziarie a differenza di Consiag che il primo luglio è stata convocata per la mediazione obbligatoria, anticamera della causa civile. “Non abbiamo una lettera ma più lettere della Popolare di Vicenza di impegno a riacquistare le azioni che abbiamo comprato in diverse tranche – spiega l’amministratore unico di Consiag Luciano Baggiani – abbiamo chiesto che ci venissero rilasciate preventivamente come tutela. Se la mediazione obbligatoria non andrà a buon fine citeremo la banca per il risarcimento e se non troveremo ristoro in sede civile promuoveremo un’azione penale nei confronti dei vecchi amministratori. E’ tutto nelle mani del nostro legale”. Anche la Fondazione Cassa di risparmio di Prato ha messo tutto nelle mani di uno studio legale di Milano già a marzo scorso e la decisione è quella di arrivare alla restituzione di 22 milioni senza ricorrere alle carte bollate. Non ci sono impegnative scritte a garantire il tesoretto della Fondazione ma solo e-mail nella quali – sostengono fonti vicine al consiglio – la BpVi avrebbe detto che quando si sarebbero aperte le finestre per la vendita delle azioni ci sarebbe stato il riacquisto. Come Consiag anche la Fondazione, semmai, proverà a insinuarsi in un eventuale processo costituendosi parte civile. L’inchiesta della procura va avanti a ritmo sostenuto: sedici sono gli indagati contro i quali si ipotizza il reato di estorsione legato al collocamento forzato delle azioni. In parallelo una decina di fascicoli è stata aperta in seguito ad altrettante querele di clienti che hanno denunciato la Popolare di Vicenza per truffa. “Consiag evidentemente – ha detto il procuratore Giuseppe Nicolosi – si ritiene tutelata in sede civile dalle carte che ha in mano”. Il consulente economico nominato dalla procura per fornire una lettura ragionata dell’enorme quantità di materiale cartaceo e informatico sequestrato dalla guardia di finanza nei mesi scorsi nella sede centrale della BpVi sta per concludere il proprio compito. Sono spuntate fuori anche lettere di impegno a riacquistare le azioni dopo la vendita a clienti medio-piccoli. Lettere che, almeno da un prima lettura, non avrebbero valore “perché troppo generiche”.  

nt

   

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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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