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Circa cinquanta persone tra dipendenti ed ex dipendenti della Banca Popolare di Vicenza hanno partecipato con lo slogan "Noi siamo la storia, non cancellateci" ad un flash mob organizzato, questo pomeriggio 7 giugno, in piazza del Comune a Prato.
Alcuni dei loro rappresentanti sindacali sono stati ricevuti dal sindaco di Prato Matteo Biffoni. Sono circa novecento in Toscana i dipendenti della Popolare di Vicenza distribuiti in circa 80 sportelli acquisiti nel dicembre del 2010 in seguito all'atto di fusione per incorporazione di Cariprato S.p.a in Banca Popolare di Vicenza. Organizzazioni sindacali e dipendenti temono per il loro futuro "messo in forse dalla situazione pesantissima della banca". Prato, scrivono i sindacati, "teme di far la fine delle cavie da laboratorio, anche a seguito di indiscrezioni su possibili 'spezzatini', da qui la mobilitazione e la richieste di incontri alle istituzioni".
"Vogliamo innanzitutto dichiarare l'estraneità dei lavoratori rispetto alle decisioni del management e per questo ci vogliamo costituire parte civile nel processo che si svolgerà a Vicenza – hanno spiegato i rappresentanti sindacali al sindaco Biffoni -. Inoltre attraverso il comitato di sorveglianza interno del fondo previdenziale ex dipendenti Cariprato chiediamo che sia intrapresa un'azione di responsabilità dell'amministrazione per valutare i danni; infine, chiediamo che il tavolo di concertazione sul credito convocato dal presidente della Regione Toscana diventi un tavolo permanente".
"La procura farà le proprie indagini e se riscontra responsabilità è bene che con massimo rigore faccia pagare chi ha sbagliato, anche per salvaguardare i quasi 5mila dipendenti della banca che si sono sempre comportati correttamente" ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni, ribadendo la necessità di ricreare un clima di fiducia su un territorio che ha perso 191 milioni di euro: "La città di Prato ha perso 121 milioni, che salgono a 191 considerando tutto il distretto. Di questi circa 70 milioni sono soldi di piccoli e medi risparmiatori che fidandosi della banca hanno investito i risparmi in azioni che dalla sera alla mattina hanno perso valore. Si tratta di circa 5mila clienti che oggi hanno bisogno di un segnale concreto da parte della nuova amministrazione".
Al nuovo ad e al nuovo cda, che sarà nominato il prossimo 6 luglio, Biffoni chiederà proprio per questo un incontro: già all'amministratore delegato Francesco Iorio il sindaco aveva chiesto garanzie per i posti di lavoro e di trovare soluzioni per i piccoli risparmiatori che avevano perso, ma dalla banca non sono arrivate risposte concrete. "Se la Banca Popolare di Vicenza vuole restare la banca di riferimento del territorio deve dare un segnale ai risparmiatori più deboli, anche per ricreare fiducia tra i lavoratori della banca e i clienti".
Attraverso il Ministero dell'Economia Biffoni ha chiesto un incontro con Alessandro Penati del Fondo Atlante, che ha riacquistato il 99,33% della BPVi: "Il fondo ha degli obblighi precisi e non può rimetterci da questa operazione, ma cercherò di capire quali sono le intenzioni del Fondo e quali ricadute avrà per Prato". Biffoni ha garantito un impegno anche come presidente di Anci Toscana: "Faremo un lavoro di collegamento con i sindaci degli altri territori interessati, in particolare Veneto e Friuli Venezia Giulia, perché la banca garantisca i posti di lavoro e si impegni a marcare una discontinuità con la gestione precedente". Intanto lunedì prossimo Biffoni parteciperà al tavolo generale di concertazione che verterà in particolare sul credito.
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