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Creaf, il “fantasma” che si è mangiato 22 milioni di euro di soldi pubblici


Una storia travagliata partita nel 2005, anno in cui il Creaf è nato. Spesi 22 milioni di soldi pubblici per un'attività, quella di ricerca e alta formazione, mai partita. A partire, però, sono stati esposti e denunce del centrodestra alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti


Redazione


Doveva essere il polo della ricerca e della formazione di livello, un incubatore di professionalità all'avanguardia per scrivere la nuova storia del distretto industriale e lanciare una nuova scommessa tessile. Doveva essere questo il Creaf, ma dal 2005 ad oggi è stato solo un incubatore mangiasoldi: 22 milioni di euro per 13.200 metri quadrati, finanziamenti pubblici in parte a fondo perduto che hanno prodotto soltanto l'acquisto e la ristrutturazione dell'immobile di via Galcianese all'interno del quale non si è mai svolto neppure un minuto di attività. Perché le idee, gli intenti, i progetti della Provincia (suo l'81 per cento del pacchetto) e degli altri soci – i Comuni dell'area – non sono mai decollati. A decollare, in questi anni, sono state le grane, i problemi, le denunce e gli esposti alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti piovuti dal centrodestra che ha sempre bollato il Creaf – ente provvisto di un cda che costava 30mila euro l'anno – come una mera operazione immobiliare, un edificio costato alla fine fior di quattrini, più del valore attribuito dal mercato, e mai utilizzato. E questo nonostante il fiume di denaro pubblico arrivato a più riprese a cui gli amministratori che si sono avvicendati negli anni hanno cercato di dare un senso convertendo nel 2012 il Creaf in Parco scientifico e tecnologico con il matrimonio, durato pochi mesi, con il Polo di Navacchio che non presentò mai un progetto di avvio dell'attività a causa – fu detto – “della società e della struttura, entrambe deboli”; nel 2014 la Regione portò un po' di soldi nelle casse dell'ente e un nuovo nome, TexTech, traducendolo in un centro di ricerca italo-cinese risolto con un nulla di fatto. Le ultime notizie, nel 2015, davano il Pin inquilino dell'immobile di via Galcianese che ancora oggi è vuoto. Negli anni il Creaf ha collezionato bilanci in perdita (150mila euro nel 2011, il doppio nel 2012), e accanto a questi ha collezionato i carteggi circostanziati fatti arrivare ai giudici contabili e ordinari dai politici di opposizione che gridavano allo scandalo. Gli ultimi due, quello del 2013 inviato dagli allora consiglieri provinciali Bini, Mugnaioni e Tognocchi e quello del 2015 spedito dal consigliere comunale Garnier, hanno aperto una breccia e sarà il tempo e l'esame della documentazione sequestrata oggi dalla guardia di finanza a dire se porterà dritto all'ipotesi del reato di malversazione sostenuta dalla procura.  

nadia tarantino
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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