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Crac Popolare di Vicenza, il tribunale blocca i beni che Zonin aveva donato ai familiari


Il tribunale ha messo le mani sui beni passati dall'ex patron della banca a moglie e figlio. L'avvocato Querci, che con la collega Meucci assiste un centinaio di azionisti pratesi: "La sentenza avvalora la nostra tesi: cessioni fatte in frode ai risparmiatori"


Redazione


Non sarebbe stato un normale passaggio generazionale di un padre che trasferisce il suo patrimonio al figlio. Questa la convinzione che ha spinto il tribunale civile di Vicenza ad annullare tutti gli atti con i quali Gianni Zonin, ex presidente della Banca Popolare di Vicenza, nei giorni in cui l'istituto di credito già navigava in acque molto agitate perfezionò una serie di donazioni al figlio e alla moglie. Il tribunale ha accolto le istanze presentate dalla Popolare di Vicenza e lo ha fatto con due sentenze: con una sono stati dichiarati nulli i trasferimenti di alcuni immobili per un valore che ammonta a circa un milione, con l'altra è diventata inefficace la cessione alla moglie di una quota della società che detiene la dimora storica della famiglia in provincia di Grosseto. Il blocco delle donazioni non rappresenta la soluzione al buco di bilancio che tre anni fa ha determinato il crollo dell'istituto di credito travolgendo migliaia di risparmiatori e azionisti. Sono un centinaio quelli pratesi che, rimasti impigliati nel crac, stanno cercando in tutti i modi di recuperare i loro soldi. Attraverso gli avvocati Francesco Querci e Francesca Meucci, il gruppo si è costituto parte civile e ha avanzato al tribunale di Vicenza la richiesta di un risarcimento di 10 milioni tra danno morale che viaggia però sui binari della discrezionalità, e danni patrimoniali che, invece, altro non sono che il valore delle azioni scese in poco tempo da 62 a 0 euro.
“La sentenza del tribunale civile di Vicenza – il commento dell'avvocato Querci – avvalora la nostra tesi e cioè che le cessioni di beni siano state fatte in frode ai risparmiatori. Una sentenza che favorisce anche i nostri assistiti”. Già il tribunale penale aveva posto sotto sequestro una serie di beni di proprietà dell'ex patron della Popolare di Vicenza allo scopo di tutelare la platea dei creditori. Gianni Zonin è sul banco degli imputati con gli ex vertici della banca: tutti devono rispondere di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza di Bankitalila e Consob e falso in prospetto informativo.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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