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Caso Swap, non ci fu truffa da parte di Dexia. Possibili guai per ex funzionario del Comune


Oggi la sentenza del Tribunale di Prato. Assolto il responsabile commerciale di Dexia, Riccardo Sommavilla, accusato di truffa aggravata. Il giudice Magi ha rimandato il fascicolo alla Procura per valutare la falsa testimonianza o un altro profilo di reato a carico dell'ex ragioniere capo De Castelli


Redazione


Non ci fu truffa ai danni del Comune che anzi sapeva bene a cosa andava incontro quando, nel 2002, firmò i contratti swap con l'istituto di credito Dexia Crediop per ristrutturare il debito di 177 milioni che rischiava di far saltare le casse pubbliche. Così ha deciso oggi, mercoledì 31 maggio, il giudice Monica Jacqueline Magi che ha assolto dall'accusa di truffa, “perché il fatto non sussiste”, Riccardo Sommavilla, responsabile commerciale di Dexia che, assieme agli avvocati Massimiliano Danusso e Luigi Panella, ha accolto con le lacrime agli occhi la lettura di una sentenza attesa per quattro anni. Il giudice ha anche ordinato la trasmissione degli atti alla procura per valutare se l'ex ragioniere capo del Comune Graziella De Castelli, sentita come testimone nel corso del dibattimento, si sia resa responsabile di falsa testimonianza o di un altro reato. In aula De Castelli, poi passata alla Corte dei Conti, disse di saperne poco e nulla di swap e derivati: “Una incapacità tecnica – ribadì il pubblico ministero Antonio Sangermano nella sua requisitoria – fatta oggetto di vantaggio e di opportunità da Riccardo Sommavilla” e, di riflesso, da Dexia. Insomma, il dibattimento si è giocato sulla mancanza di competenze e di adeguate informazioni, da parte dell'istituto di credito, sulle condizioni dei contratti stipulati con il Comune. In altre parole, La sentenza ha dunque spazzato via le richieste di condanna a un anno e otto mesi per Sommavilla e al pagamento di una sanzione di cinque milioni per l'istituto di credito avanzate dall'accusa e, quest'ultima, come risarcimento danni, sostenuta dall'avvocato Manuele Ciappi che ha assistito il Comune costituito parte civile. Una vicenda complicata quella dei contratti derivati, strumento a cui hanno fatto ricorso molte amministrazioni in Italia per mettere una toppa allo stato di necessità economica. I rapporti tra Dexia e il Comune di Prato si aprono nel 2002 – allora era sindaco Fabrizio Mattei – quando, giocoforza, l'ente deve trovare una soluzione al suo deficit ormai alle stelle. Il fatto però è che i tassi di interesse cominciano a scendere poco dopo l'impegno del Comune a corrispondere il 4,90 per cento di interesse e il crollo si traduce in una rimessa di diversi milioni per le casse pubbliche. La guerra comincia nel 2010 quando l'allora sindaco di centrodestra Roberto Cenni deposita una querela in procura e si attiva per mettere fine all'emorragia di denaro. Dexia risponde rivolgendosi all'Alta Corte di Londra per rimuovere il blocco degli effetti del contratto imposto dalla Giunta Cenni. Sulla legittimità del recesso non è ancora arrivata la sentenza definitiva dopo il primo grado vinto dal Comune di Prato. Parte civile anche l'associazione Scaricare tutto tutti assistita dall'avvocato Ettore Nespoli. Il presidente Mario Tognocchi, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, ha commentato: "Ora vogliamo sapere come intende muoversi il Comune che ha continuato a venderci fatti che non corrispondono alla sentenza di oggi. Ricordiamoci che ogni famiglia pratese deve sostenere un debito di 2.300 euro, come verrà ripianato"?
nt
 

                                                                                                                                                                         

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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