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Cartelle pazze, ingegnere perseguitato per anni per multe mai prese. Condannati Equitalia e 21 Comuni compreso Prato


Si è chiusa al tribunale di Roma una paradossale vicenda che ha visto protagonista, suo malgrado, un professionista. Tra gli enti condannati a risarcire le spese legali c'è anche l'amministrazione comunale pratese


Redazione


Per anni ha continuato a ricevere cartelle esattoriali per sanzioni al Codice della strada non pagate. Multe arrivate da tutta Italia, anche da Prato, che hanno prodotto un'ondata di cartelle pazze: ventidue per un totale di settantacinque iscrizioni a ruolo. Per anni, un ingegnere romano ha continuato a dimostrare la sua totale estraneità ma Equitalia ha continuato a notificargli gli avvisi di pagamento. La causa contro Equitalia e ventotto tra Comuni, prefetture e altri enti è iniziativa nel 2010 e si è conclusa in queste settimane. Tra le amministrazioni comunali condannate a pagare le spese processuali, ripartite dal giudice, anche quella di Prato che se la caverà con 1.190 euro. L'ingegnere sarà risarcito con 50mila euro da Equitalia dopo che il tribunale ha riconosciuto “l'attività operativa di connotazione persecutoria posta in essere in dispregio del contribuente”. Una storia che il giudice Nicola Archidiacono ha definito “complessa e paradossale”.
Tutto ha origine da un errore delle banche dati che attribuivano la partita iva dell'ingegnere ai veicoli responsabili delle violazioni, veicoli intestati ad una srl. E così quando i Comuni hanno incaricato Equitalia di provvedere alla riscossione coattiva delle sanzioni, a ricevere posta è sempre stato il professionista. Secondo il tribunale, a fronte di una dimostrazione dell'assoluta estraneità, Equitalia anziché correggere il tiro “si è limitata ad apporre il visto di esecutività del ruolo ormai intestato erroneamente al professionista”.
Addirittura, come ripercorre la sentenza, nel 2008 il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Roma aveva informato Equitalia “dell'errato accostamento tra il codice di partita iva intestato all'ingegnere e le posizioni anagrafiche appartenenti alla srl”. “Ne consegue la logica considerazione che la stessa società di servizi, acquisita la precisa e indiscussa conoscenza dell'errore, è stata – scrive il giudice – nella disponibilità sia delle informazioni necessarie sia degli strumenti per bloccare il processo di emissione delle cartelle esattoriali”. Nonostante questo anche nel 2009 e nel 2010 l'ingegnere ha continuato a ricevere posta.
I Comuni (oltre a Prato, solo per citarne alcuni, Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Livorno, Napoli, Vicenza) e gli altri enti pubblici sono stati messi ai margini dalla sentenza in quanto i loro “errori inconsapevoli di numero limitato e di modesta entità”. Secondo il giudice “l'ingegnere è stato oppresso da atti di intimazione di pagamento e da comunicazioni prospettanti misure cautelari severamente restrittive del suo patrimonio tali da indurre in qualsiasi persona di buon senso a sprofondare in un serio e continuativo stato di turbamento psicologico”.  

Edizioni locali: Prato
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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