Carcere, Fratelli d'Italia denuncia: "Agenti senza mezzi, oggi nuova aggressione"
Stamani visita dei candidati dei collegi pratesi nella casa circondariale pratese e incontro con alcuni sindacati.
Due ore all'interno del carcere di Prato per conoscere criticità e necessità di chi ogni giorno vi lavora. L'iniziativa è dei candidati di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli e Patrizo La Pietra. All'uscita, al termine della mattinata di oggi, 12 febbraio, la sintesi di quanto appreso e visto con i propri occhi è desolante: "Divise strappate e rattoppate, scarpe bucate, ratti e scarafaggi nelle camere da letto, locali fatiscenti e fuori norma: le condizioni in cui operano gli agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Prato sono vergognose. Senza dotazioni adeguate sono costretti a subire aggressioni di ogni genere da parte dei detenuti, l'ultima in ordine è successa proprio stamattina: soltanto a 'La Dogaia' servirebbero almeno 80 unità di personale in più".
I due esponenti del partito di Giorgia Meloni hanno incontrato il direttore e alcune rappresentanze sindacali della struttura di detenzione, la seconda in Toscana per numero di detenuti, 590, con un'altissima percentuale di stranieri. "Da tempo Fratelli d'Italia propone di far scontare le pene detentive agli immigrati che si macchiano di reati nei loro paesi e ciò renderebbe da sola la situazione maggiormente gestibile. - affermano Donzelli e La Pietra - E' indegno che uno Stato non sia in grado di dotare gli agenti neanche delle divise invernali, costringendoli a detrarsi lo stipendio per acquistarsi vestiario da indossare sotto le divise estive, uniche disponibili. Per di più il governo ha recentemente più che raddoppiato gli stipendi per i detenuti che lavorano per l'amministrazione penitenziaria".
Quanto alle continue aggressioni Fratelli d'Italia prende un impegno preciso in caso di presenza al governo: "Oltre a dare dotazioni adeguate e condizioni di sicurezza migliori - concludono - abolirà immediatamente il reato di tortura che costringe gli agenti a non potersi difendere di fronte ad aggressioni, e per di più a pagarsi gli avvocati in caso di accuse da parte dei detenuti".
Chiosa La Pietra: "Si sono invertite le parti. Sembra quasi che a dover scontare la pena siano gli agenti e non più i detenuti".