Caporalato nell'edilizia, il pm chiede una condanna a sette anni per il presunto ideatore del sistema
Secondo l'accusa l'imprenditore avrebbe sfruittato, grazie all'intermediazione di numerosi "caporali", almeno sessanta operai nei cantieri tra Prato, Firenze e Pistoia. Tra loro anche alcuni stranieri senza permesso di soggiorno
Sette anni di reclusione. E' la richiesta di condanna del pubblico ministero Lorenzo Gestri avanzata oggi pomeriggio, 1° febbraio, davanti al Tribunale di Prato per Vincenzo Marchio, imprenditore edile di 47 anni, legale rappresentante della Eurocostruzioni 75, ritenuto mente del sistema di sfruttamento lavorativo ai danni di una sessantina di operai nei cantieri tra Prato, Firenze e Pistoia, tra cui anche alcuni stranieri senza permesso di soggiorno.
Per il suo collaboratore, Sabri Mohamed Ahmed Eid, 41 anni, Gestri ha chiesto 6 anni. Sul banco degli imputati di questo procedimento altri tre stranieri ritenuti caporali: Omar El Guerymy, marocchino di 40 anni, Ahmed Arafa, egiziano di 38 anni e Tariq Mehoomod, pachistano di 34. Per il primo l'accusa ha chiesto 3 anni e 9 mesi, per i secondi 3 anni e sei mesi.
Nella requisitoria durata oltre 4 ore, l'accusa ha ricostruito l'inchiesta "Cemento nero" che nel maggio 2020 ha alzato il velo sul caporalato nel settore dell'edilizia portando a 11 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di un italiano, cinque egiziani, quattro marocchini e un pakistano.
Tra i reati contestati, a vario titolo, associazione per delinquere, intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, impiego di lavoratori non in regola con le norme in materia di immigrazione e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità nel settore edile. Secondo l'accusa ai vertici dell'organizzazione, oltre a Marchio e a Sabri Mohamed, c'era il fratello maggiore di quest'ultimo, 43 anni, con cui condivideva la titolarità della Novaedil srl, lo scorso novembre condannato con rito abbreviato a 3 anni. In questo procedimento è stato condannato un altro loro connazionale, ritenuto uno dei"caporali" agli ordini di Vincenzo Marchio. Altri hanno patteggiato mentre due consulenti del lavoro pratesi, accusati di aver fornito attestazioni false sulla partecipazione degli operai edili ai corsi di formazione obbligatori, hanno ottenuto la messa alla prova.
L'indagine era partita nell'estate 2018 dalla testimonianza di un operaio sfruttato che si era rivolto alla Cgil di Firenze, ammessa come parte civile.
Il sistema scoperto era semplice: gli stranieri venivano reclutati quotidianamente presso un punto di ritrovo nella zona delle Badie, a Prato, trasportati sul luogo di lavoro con auto e pullmini e impiegati nella costruzione di case e negozi in oltre 30 cantieri tra diverse provincie italiane, tra cui Firenze, Prato e Pistoia. Tutti lavori di ristrutturazioni private in case, ville e palazzine, tranne in un caso, fuori dalla Toscana, nel quale la ristrutturazione ha riguardato una scuola pubblica.