05.06.2020 h 08:56 commenti

Caporalato nel settore edile, gli indagati restano dietro le sbarre: respinte le richieste di scarcerazione

Il tribunale ha rigettato le istanze degli avvocati dei dieci indagati. La procura aveva espresso parere negativo. Pesanti le accuse a carico del sodalizio
Caporalato nel settore edile, gli indagati restano dietro le sbarre: respinte le richieste di scarcerazione
Il tribunale di Prato ha respinto tutte le richieste di scarcerazione presentate dagli avvocati per i dieci indagati dell'inchiesta “Cemento nero” arrestati il 26 maggio con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all'intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, impiego di lavoratori non in regola con le norme in materia di immigrazione. Il destino degli arrestati si deciderà tra l'8 e il 10 giugno quando le istanze di scarcerazione arriveranno davanti al tribunale del Riesame. Il sostituto Lorenzo Gestri, titolare dell'inchiesta che per due anni ha impegnato la Squadra mobile di Firenze e quelle di Prato e di Pistoia, aveva espresso parere negativo alle richieste degli avvocati. Tre gli indagati principali: Vincenzo Marchio, 45 anni, e due fratelli egiziani, Mohamed Said Ahmed Eid (avvocato Zaffina) e Mohamed Sabri Ahmed Eid, 41 e 39 anni, l'ultimo sfuggito alla manette perché all'estero.
L'accusa sostiene che sarebbero stati loro a capo di un sodalizio che avrebbe dato lavoro ad una sessantina di operai italiani e stranieri, compresi clandestini. La forza lavoro veniva impiegata attraverso le ditte riconducibili all'imprenditore italiano e ai due egiziani. Per lungo tempo gli investigatori hanno seguito il reclutamento degli operai e il loro lavoro in cantieri, anche di pregio, nelle zone di Prato, Firenze e Pistoia e, in almeno una occasione, anche fuori Toscana per il rifacimento di una scuola.
Lavoratori pagati – è la tesi dell'accusa – una miseria, senza alcuna tutela, con dispositivi di sicurezza inadeguati o addirittura del tutto assenti. A dare il via alle indagini è stata la denuncia di un operaio che ha chiesto aiuto al sindacato perché lo stipendio tardava ad arrivare. Un racconto che dal sindacato è ben presto arrivato nelle stanze della procura.
 
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Data della notizia:  05.06.2020 h 08:56

 
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