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Bpvi, ricorso al Tar e due vertenze a difesa degli azionisti: “Discriminati rispetto a chi ha obbligazioni”


L'avvocato pratese Francesco Querci apre un fronte legale a tutela di chi ha acquistato azioni della banca vicentina a partire dal 2013


Redazione


Resta incerto il destino degli azionisti della Popolare di Vicenza da ieri, lunedì 26 giugno, Intesa Sanpaolo, istituto che a Prato è presente come Cassa di risparmio di Firenze. Chi non ha accettato il risarcimento proposto nelle settimane scorse dalla BpVi – 9 euro per ogni azione pagata 62 e mezzo, operazione che ha fatto tornare, per fare un esempio, 3 milioni e poco più alla Fondazione Cassa di risparmio di Prato che comunque ce ne ha rimessi 19 – ha davanti a sé una via tutta in salita che potrebbe portare, non si sa quando e non si sa come, a recuperare qualche soldo.
Ma non tutti possono sperare, può farlo solo chi è diventato azionista dal 2013, anno nel quale l'Antitrust ha collocato le prime vendite forzate dei titoli allo scopo di finanziare parte dell'aumento del capitale sociale. Gli altri, invece, avrebbero al momento poco da pretendere avendo acquistato le azioni quando i sintomi del default non erano percepibili.
Da Prato parte la battaglia contro il decreto legge che, nel fine settimana, ha consegnato la parte good di BpVi a Intesa Sanpaolo lasciando quella bad allo Stato (LEGGI). Il decreto legge fa una chiara distinzione tra obbligazionisti e azionisti: i primi risarciti, i secondi azzerati. Una battaglia complicata quella che sarà condotta dall'avvocato Francesco Querci che già assiste decine di azionisti. Dal suo studio partirà un ricorso al Tar per impugnare la parte del decreto legge che, nei fatti, mette al bando gli azionisti, e due vertenze pilota: una nei confronti della bad bank e una nei confronti di Intesa Sanpaolo che è succeduta nei rapporti con i clienti, sollevando anche un problema di costituzionalità riconducibile alla disuguaglianza tra risparmiatori.
“Il consiglio è quello di intraprendere il contenzioso che è sì ricco di insidie – spiega l'avvocato Querci – ma senza il quale è altissimo il rischio di perdere tutto senza altra possibilità di recupero”. In aiuto degli azionisti, tolta la strada giuridica, potrebbe arrivare la politica, ma in questo caso si tratta di capire se la volontà c'è: nulla vieta al Parlamento, chiamato a convertire in legge il decreto, di apportare modifiche e includere nella manovra di salvataggio degli obbligazionisti anche gli azionisti.
In ogni caso gli azionisti rimasti senza un euro, possono insinuarsi nella procedura di fallimento, in questo, alla fine, si traduce la liquidazione coatta amministrativa della Popolare di Vicenza: in caso di ammissione da parte dei liquidatori, i crediti finirebbero nella massa di quelli chirografari con poche speranze, davvero poche, di rivedere i soldi. 

nt
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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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