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BpVi, fissato il valore delle azioni: 6 euro e 30 centesimi. Decimati investimenti e risparmi dei soci


Il consiglio di amministrazione ha determinato il valore delle azioni acquistate a 62 euro e 50 centesimi. Chi non voterà a favore della trasformazione in spa per il successivo sbarco in Borsa potrà esercitare il diritto di recesso. Il pacchetto minimo di 100 azioni acquistato a 6.250 euro vale oggi 630 euro. La Banca si prende tutto il tempo per rimborsare i soci


Redazione


Dopo la grancassa di ipotesi e voci ufficiose, ora è scritto nero su bianco: un'azione della Banca popolare di Vicenza vale 6 euro e 30 centesimi, praticamene dieci volte meno del valore di acquisto. E' quanto riceveranno i soci che non voteranno a favore della trasformazione della Banca in spa per la successiva quotazione in Borsa. Il valore di liquidazione delle azioni è stato deciso dal consiglio di amministrazione dietro parere del collegio sindacale e della società di revisione. Una brutta, bruttissima sorpresa a cui gli azionisti erano però preparati. Investimenti e risparmi decimati. Chi aveva acquistato il pacchetto minimo di cento azioni sborsando 6.250 euro oggi si ritrova con 630 euro, ma sono molti di più i soci che hanno messo nelle mani della BpVi cifre molto, molto più consistenti e che già hanno fatto i conti con la riduzione del valore sceso un anno fa a 48 euro. Gli azionisti hanno due possibilità: partecipare all'assemblea dei soci convocata il 5 marzo e deliberare il passaggio in spa oppure esercitare il diritto di recesso e incassare i soldi della liquidazione quando la Banca li avrà. Un bivio che non ammette altre opzioni. All'ordine del giorno dell'assemblea dei soci anche “attribuzione di una delega al consiglio di amministrazione per aumentare il capitale sociale per un importo di un miliardo e mezzo per il rafforzamento patrimoniale della Banca e per 150 milioni per l'ingresso in Borsa”. L'operazione è stata illustrata la settimana scorsa dal direttore generale Francesco Iorio ai soci toscani riuniti al Politeama (LEGGI). Insieme al presidente Stefano Dolcetta, Iorio è venuto a chiedere fiducia agli azionisti ma la risposta non è stata un granché anche alla luce dell'inchiesta della procura di Prato che ha indagato 16 funzionari, compreso l'ex dg Samuele Sorato, per estorsione ipotizzando che risparmiatori e imprenditori siano stati costretti ad acquistare le azioni a fronte della concessione di mutui o del mantenimento delle linee di credito (LEGGI).
La BpVi, nel comunicato diffuso per la convocazione dell'assemblea dei soci, scrive che “il consiglio di amministrazione, tenuto conto delle indicazioni della Banca d'Italia e alla luce della situazione patrimoniale della Banca, ha deliberato di limitare in tutto e senza limiti di tempo il rimborso delle azioni con fondi propri e che quelle che rientreranno saranno offerte agli altri azionisti e, in ultima battuta, messe sul mercato. Ma c'è un però: “Nel caso di mancato collocamento, le azioni residue saranno restituite ai soci una volta terminata la procedura di legge”. Quanto all'aumento di capitale, gli azionisti potranno partecipare per il 45 per cento, gli investitori istituzionali per il 50 e il restante 5 per cento sarà per il retail, ovvero l'ambito commerciale. Per quegli azionisti che decideranno di dare fiducia al piano di rilancio, sono previsti benefici: “Chi manterrà le azioni per un certo periodo di tempo dopo la quotazione avrà diritto alla sottoscrizione di azioni aggiuntive ad un prezzo scontato al massimo del 50 per cento rispetto a quello di quotazione”. Il valore sarà stabilito dall'andamento della domanda e dell'offerta una volta che sarà avviata la sottoscrizione per l'ingresso in Borsa.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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