Aumento rette Rsa, la società della salute pungola i gestori: "Mostrateci il dettaglio dei maggiori costi"
Nelle prossime ore partiranno le lettere con tale richiesta alle 18 strutture del territorio provinciale. Intanto, dal 1° aprile, molte famiglie hanno dovuto far fronte a rincari del 25%
Dettagliare gli aumenti di spesa alla base della motivazione del rincaro delle rette sociali imposto alle famiglie per tenere il proprio parente in una rsa del territorio. La richiesta arriva dalla Società della salute area pratese ai gestori delle 18 strutture presenti in provincia ed è contenuta in una lettera che sarà spedita nelle prossime ore. Questo è quanto stato deciso dall’assemblea dell’ente che si è riunita ieri, 5 giugno, anche per fare il punto su una trattativa con i gestori che sembra essersi arenata. Attraverso il suo presidente Simone Faggi, nelle scorse settimane la società della salute ha messo sul piatto la proposta di finanziare con 200mila euro una sorta di sportello sociale diffuso da realizzare nelle varie rsa. Non potendo intervenire direttamente sulla somma in più a quello che già coprono i Comuni in base all’Isee familiare, si è pensato di agire indirettamente finanziando un servizio aggiuntivo.
In cambio Faggi chiede di calmierare l’aumento della retta sociale che in certi casi ha superato i 5 euro al giorno. Secondo quanto appreso, i gestori si sono detti disponibili a ritoccare al ribasso la tariffa giornaliera ma solo di un euro o comunque dell’importo in quota corrispondente esattamente al servizio extra finanziato dalla Sds area pratese. In sostanza: tanto mi dai, tanto tolgo alle famiglie.
Cosa che Faggi aveva dichiarato inaccettabile sin dall’inizio pensando invece di arrivare ad almeno un abbattimento della metà del rincaro. Siamo quasi a un muro contro muro. Per ripartire, la società della salute chiede ai gestori di mostrare il dettaglio dei rincari subiti che avrebbero costretto a ritoccare le rette per “starci dentro”. Un modo per alzare il livello del confronto e stare con il fiato sul collo ai gestori delle strutture, oltre che verificare se tali aumenti siano giustificati oppure no.
Silenzio assordante invece dalla Regione che nei mesi scorsi ha concesso solo un aumento di 64 centesimi della quota sanitaria a proprio carico, aprendo la strada agli aumenti di quella sociale. Chi fa le spese, nel vero senso della parola, di queste non scelte sono le famiglie. Molte di loro stanno pagando quote sociali più care anche del 25% già dal primo aprile. Nella rsa di Iolo ad esempio. Sono stati segnalati alla nostra redazione conti più alti di 200 euro al mese rispetto al passato. In un anno significa sborsare 2.400 euro in più. Una vera e propria stangata.
(e.b.)