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Ha anche un piccolo risvolto pratese l'inchiesta sul caso Ruby, che oggi ha visto l'ex premier Silvio Berlusconi assolto dai giudici della seconda Corte d'Appello di Milano, dopo che in primo grado era stato condannato a sette anni di reclusione per i retai di concussione e di sfruttamento della prostituzione minorile.
Un risvolto che vede protagonista l'ormai ex procuratore capo di Prato Piero Tony e i vertici della procura milanese. A rivelarlo è il quotidiano Il Foglio, nel blog di Claudio Cerasa, che ha pubblicato un documento del 12 dicembre 2011 (LEGGI L'ARTICOLO). Nella lettera, scritta da Tony al procuratore generale della Corte d'Appello di Firenze si contesta – e si protesta – per il mancato arrivo in procura a Prato del sostituto Antonio Sangermano, destinato alla sede pratese ma trattenuto a Milano proprio per essere uno dei pm incaricato di seguire il caso Ruby. Nella sua lettera Tony sottolinea la grave carenza di organico del suo ufficio, il fatto che la procura di Prato sia gravata da un numero molto alto di fascicoli, molti dei quali legati a "complessi reati societari-economici", senza considerare l'alto numero di fatti di sangue. Tutto questo, scrive Tony, non è paragonabile a quello che, in fondo, non era altro che un processo a tre persone per una violazione della legge Merlin.
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