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Sulle spalle il peso economico di tre mesi di chiusura forzata e all'orizzonte nessuna certezza per la riapertura di settembre su misure di sicurezza, spazi e contributi. Dire che il mondo dei nidi naviga a vista nell'era Covid è un eufemismo e all'incertezza che caratterizza il piano nazionale, si aggiunge quella a livello comunale che ancora non ha dato risposte sul rinnovo delle convenzioni e sul pagamento dell'acconto dei contributi previsto da un apposito bando. Il punto sui problemi del settore è stato fatto stamani, 3 giugno, a Confartigianato Imprese Prato da due membri del tavolo tecnico dei nidi convenzionati di Prato, Sabrina Testi e Nadia Lunghi, supportate da Enzo Lucchesi dell'associazione artigiana di viale Montegrappa.
"Non abbiamo alcuna indicazione su distanze da tenere e sul rapporto educatore/bambini da rispettare. – spiegano – Ad oggi dovrebbe essere di 1 a 5 ma non ci sono conferme. Già così significa mettere in campo il doppio o il triplo dell'attuale personale e poi non sappiamo quanti bambini potranno entrare nelle strutture se non ci vengono comunicate con precisione le distanze da rispettare. Dare delle risposte ora alle famiglie è impossibile".
Un problema non da poco dato che a Prato operano trentaquattro nidi convenzionati che ospitano mille bambini contro i sette comunali con trecento bambini. Significa che molte famiglie rischiano di ritrovarsi senza servizio. Molto dipenderà dalla distanza da tenere. "Siamo di fronte a un vero e proprio vuoto legislativo che non ci aiuta a organizzare spazi, personale e servizio. – spiega Sabrina Testi – In più stiamo sopportando dei costi enormi perché la perdita per questi mesi di chiusura va dai 100 ai 150mila euro in base alla grandezza del nido. Tra l'altro la cassa integrazione del personale terminerà il 13 giugno e ancora non abbiamo ricevuto il ristoro di 60 euro a bambino per i mesi di marzo e aprile che il Comune avrebbe dovuto versare subito all'atto di domanda di adesione allo specifico bando per poi saldare il tutto tra agosto e novembre sulla base dei nostri rendiconto".
Incertezza che caratterizza anche il rinnovo delle convenzioni comunali, quindi a monte di tutto. Le pratiche sono già state presentate al Suap, ma al momento tutto tace. Come tace il fronte dei centri estivi che sono organizzati anche dalle cooperative che gestiscono i nidi.
"Non abbiamo alcuna indicazione su distanze da tenere e sul rapporto educatore/bambini da rispettare. – spiegano – Ad oggi dovrebbe essere di 1 a 5 ma non ci sono conferme. Già così significa mettere in campo il doppio o il triplo dell'attuale personale e poi non sappiamo quanti bambini potranno entrare nelle strutture se non ci vengono comunicate con precisione le distanze da rispettare. Dare delle risposte ora alle famiglie è impossibile".
Un problema non da poco dato che a Prato operano trentaquattro nidi convenzionati che ospitano mille bambini contro i sette comunali con trecento bambini. Significa che molte famiglie rischiano di ritrovarsi senza servizio. Molto dipenderà dalla distanza da tenere. "Siamo di fronte a un vero e proprio vuoto legislativo che non ci aiuta a organizzare spazi, personale e servizio. – spiega Sabrina Testi – In più stiamo sopportando dei costi enormi perché la perdita per questi mesi di chiusura va dai 100 ai 150mila euro in base alla grandezza del nido. Tra l'altro la cassa integrazione del personale terminerà il 13 giugno e ancora non abbiamo ricevuto il ristoro di 60 euro a bambino per i mesi di marzo e aprile che il Comune avrebbe dovuto versare subito all'atto di domanda di adesione allo specifico bando per poi saldare il tutto tra agosto e novembre sulla base dei nostri rendiconto".
Incertezza che caratterizza anche il rinnovo delle convenzioni comunali, quindi a monte di tutto. Le pratiche sono già state presentate al Suap, ma al momento tutto tace. Come tace il fronte dei centri estivi che sono organizzati anche dalle cooperative che gestiscono i nidi.
Dovrebbero partire il prossimo 15 giugno, ma il Comune di Prato non ha ancora specificato dove e come nonostante il relativo bando sia scaduto lo scorso 31 dicembre. "Le incognite sono moltissime. – prosegue Nadia Lunghi – Ad esempio sugli spazi a disposizione. In passato il Comune ha messo a disposizione degli edifici scolastici per ospitare le attività. Quest'anno, a meno di due settimane dall'inizio, non sappiamo niente ed è grave perché per attuare i protocolli anti-Covid ci vuole tempo. E poi c'è l'incognita prezzi. Al momento sono il doppio dello scorso anno. Da una settantina di euro a settimana ad almeno 160 e non poteva essere altrimenti con l'esigenza di potenziare il personale e di sanificare gli spazi. Tutto però tace".
E.B.
Edizioni locali: Prato