Categorie
Edizioni locali

Agente della Dogaia colpito con un pugno in faccia da un detenuto


La denuncia dei sindacati Cgil e Cisl a conferma di un clima molto teso all'interno del carcere dove i contagi Covid sono saliti ancora sia tra i detenuti che tra il personale. Uil: “Le istituzioni sono lontane e i problemi restano senza soluzioni”


Redazione


Ancora un’aggressione nel carcere di Prato ai danni del personale in servizio. Un detenuto ha sferrato un pugno in faccia a un agente di polizia penitenziaria senza alcun motivo. A riportare l’episodio sono i rappresentanti sindacali di Fp Cgil e Fns Cisl, Giulio Riccio e Luigi Tornese
“Un detenuto di nazionalità italiana , dopo aver terminato un colloquio telefonico con i propri familiari, avendo appreso del decesso del padre, al rientro in sezione, ha pensato di sfogare la propria frustrazione nei confronti del personale di Polizia penitenziaria. Così, senza motivo e nessun avvertimento, gli ha sferrato un pugno in pieno volto. L’agente è stato accompagnato poi all’ospedale per le cure del caso”. Secondo il sindacato l’episodio è frutto della tensione interna legata al dilagare del contagio Covid. Rispetto ai giorni scorsi i numeri sono cresciuti ancora. I detenuti positivi sono ben 114 e gli agenti 20. 
“La situazione nelle sezioni è sempre più tesa. – spiegano Riccio e Tornese – Il personale si sforza di  contenere le intemperanze  dei reclusi,  che isolati nelle stesse sezioni, sono insofferenti ad un regime detentivo  di isolamento sanitario per evitare ulteriori contagi. La tensione è palpabile e non passa giornata in cui non si verificano disordini dovuti a tale regime e non solo. Gli spazi detentivi non consentono una netta divisione tra soggetti positivi e negativi, considerato anche le tipologie dei vari detenuti, i divieti di incontro tra gli stessi,  la differenziazione tra soggetti in attesa di giudizio e definitivi, nonché la dovuta separazione di detenuti di media sicurezza ed alta sicurezza. La Casa Circondariale di Prato è divenuta ormai un ricettacolo di soggetti detenuti problematici, allontanati per ordine e sicurezza dagli altri Istituti, di difficile e problematica gestione”.
Il Covid, quindi, esaspera un quadro già molto complesso che parte da un sovraffollamento degli spazi a fronte di una grave carenza di personale: “Oltre 100  detenuti su 530 assumono farmaci psicotropi – proseguono i due sindacalisti – e questo, anche se non totalmente, può far comprendere quale sia la reale condizione di Prato. Tra l’altro i sanitari sono sempre meno e non riescono a soddisfare le richieste pressanti dei detenuti per ottenere queste sostanze con il risultato che spesso il malcontento sfocia in proteste violente che siamo costretti a contenere. Non si riesce a comprendere come un istituto di 1° livello, quale è Prato, dove vi sono, tra l’altro, detenuti ristretti di alta sicurezza e collaboratori di giustizia, possa continuare a accettare una così grave carenza di personale. Il  rapporto detenuti/agenti ci risulta essere il più basso dell’intera Regione Toscana. In più la Direzione di Prato ha provveduto inspiegabilmente ad assegnare 3 agenti-assistenti al nucleo Traduzioni e piantonamenti interprovinciale. Un scelta irrazionale e immotivata perchè con l’adozione delle udienze in   videoconferenza, il carico di lavoro del nucleo è diminuito rispetto al passato”.
Secondo i sindacati la Dogaia è una vera e propria polveriera pronta a esplodere: “Il senso di impunità è diffuso poiché le sanzioni disciplinari prese nei confronti dei detenuti ad oggi sono per lo più sospese per Covid e per la carenza di spazi in una sezione Isolamento che può contenere solo 8 detenuti. A ciò si aggiunge che i gravi fatti accaduti alla Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere hanno intimorito  il personale che pur legittimato ad un intervento per il contenimento di atti violenti, preferisce subire e sceglie una via di non intervento per non finire indagato”. Sull’ennesimo disordine alla Dogaia interviene anche la Uil. “Ancora una volta il personale di polizia penitenziaria è costretto a subire inerme – le parole di Ivan Bindo, segretario provinciale Uil penitenziaria Prato – le aggressioni sono ormai all’ordine del giorno. Il personale in servizio presso il carcere di Prato attualmente è allo stremo delle forze visto anche l’espandersi del Covid all’interno della struttura. In questi giorni si contano circa cento detenuti infetti e una ventina di agenti positivi al virus e questo significa lavorare su turni più lunghi e in condizioni difficili”. La Uil sottolinea la carenza di personale: “Un problema che va di pari passo con la lontananza delle istituzioni e i problemi restano senza soluzione “.
 
Edizioni locali: Prato
logo_footer_notiziediprato
logo_footer_notiziediprato

Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)
©2024 Notizie di Prato - Tutti i diritti riservati
Powered by Rubidia