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A 85 anni si vede togliere la casa che ha pagato con tutti i suoi risparmi


L'incredibile vicenda di una signora che si ritrova in mezzo alla strada non per colpa sua. La cooperativa non ha saldato il mutuo con la banca che si è rivalsa vendendo all'asta l'abitazione della donna e quella del figlio. Drammatico biglietto scritto a polizia e carabinieri


Redazione


Tra poche settimane, il 3 marzo, non avrà più una casa e dovrà arrangiarsi. Dopo aver pagato regolarmente il mutuo e averlo addirittura estinto prima della scadenza, dovrà chiedere ospitalità ai familiari perché chi si è aggiudicato l'asta della sua abitazione intende entrarne in possesso.
“Ecco, questa è l'Italia – racconta Carolina Accarigi, 85 anni compiuti a dicembre – andrò in cerca di un rifugio per ripararmi dalla pioggia e dal freddo. I soldi che io e mio marito avevamo messo da parte se ne sono andati in questa casa, 56 metri quadrati, circa 100mila euro di cui 41.300 pagati attraverso un mutuo di 15 anni preso nel 2003 ed estinto nel 2011, dopo la morte di mio marito con quei pochi risparmi rimasti. Ho scelto così perché tanto la banca non dà niente di interessi e volevo togliermi il peso delle rate”.
Quando ha comprato casa, Carolina Accarigi lo ha fatto assieme al figlio e alla nuora: due appartamenti, uno di fianco all'altro, in una palazzina costruita da una cooperativa. Nel 2003 madre e figlio vanno in banca, firmano per il mutuo davanti ad un notaio, sono sicuri di essere da quel momento proprietari degli immobili e pagano le rate. Nel 2012 il colpo di scena: alle loro porte bussa un incaricato di Isveg, l'Istituto vendite giudiziarie, che li informa che la banca ha avviato una procedura per il mancato pagamento del mutuo contratto dalla cooperativa che ha costruito gli appartamenti e che, per questo motivo, i loro andranno all'asta. La prima asta, il 10 aprile 2015, è per l'abitazione di Carolina Accarigi e viene aggiudicata. Lo stesso accade per la casa del figlio, il 22 gennaio 2016.
“Non ho capito bene dove sta l'inghippo – dice la donna – l'avvocato ha fatto tutto quello che si poteva fare e certo non mi fermo perché voglio giustizia, voglio indietro i miei soldi, quelli che ho pagato al costruttore e quelli che ho versato alla banca. Voglio capire perché la casa non risulta intestata a me, perché me l'hanno portata via. Discorso che vale anche per mio figlio. Per il momento potrò andare da lui ma arriverà il giorno che tutti dovremo trovarci un'altra sistemazione. Dove? E soprattutto, perché”? Cosa sia accaduto e quali meandri burocratici abbiano fatto perdere la casa alle due famiglie non è ancora chiaro. Il lavoro dell'avvocato farà il suo corso, intanto Carolina Accarigi vorrebbe una soluzione, un aiuto per lei e per la sua famiglia. E non vorrebbe essere un peso. Ci sta pensando, ci ha pensato: il 30 gennaio ha lasciato una lettera indirizzata a polizia e carabinieri sul tavolo di casa, approfittando dell'assenza del figlio e della nuora.

“Vi racconto quello che mi è capitato ed è tutto vero, anni indietro ho creduto di comprarmi un piccolo appartamento versando dei denari alla cooperativa…”. Un racconto dettagliato e toccante e alla fine: “Ora vado in cerca di un rifugio”. I familiari, al rientro, si sono allarmati. Hanno cercato la donna e l'hanno trovata che aspettava in garage, seduta su una sedia, disperata: “Non ho avuto il coraggio di andarmene, dove posso andare a sbattere la testa senza soldi. Senza soldi e tra meno di un mese senza una casa e poi toccherà a mio figlio. Questa non è giustizia”.    
     

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
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