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Duplice omicidio via Ariosto, Sara e Imad colpiti anche con un fucile. Sequestrate due armi da caccia al padre della ragazza. I Ris fanno un nuovo sopralluogo


Redazione


Clamorosa svolta nelle indagini sul duplice omicidio di via Ariosto 17 (vedi articolo). Quella appena trascorsa, infatti, è stata la giornata che ha permesso di fare luce sul tragico fatto di sangue che ha sconvolto un’intera città. I risultati dell’autopsia effettuata stamattina hanno rivelato quali sono state le vere cause della morte dei due giovani conviventi, avvenuta intorno all’una di notte tra lunedì e martedì. Non più le coltellate ipotizzate in un primo momento, bensì due colpi da arma da fuoco. Una scoperta che permette agli investigatori di scartare definitivamente l’ipotesi dell’omicidio-suicidio e della lite finita male tra i due fidanzati. Il 27enne Imad Merouane è stato colpito alla testa, la 24enne Sara Baldi al torace. Entrambe le ferite, come ha spiegato il medico legale Alberto Albertacci, sono state provocate dai pallini da caccia esplosi da un fucile. Da chiarire se le coltellate rilevate sui due corpi siano state inferte prima o successivamente agli spari, mentre sembra accertato che a morire per prima sia stata Sara.
Nel primo pomeriggio sono arrivati a Prato anche i carabinieri del Ris di Roma, che hanno effettuato nuovi, importanti rilievi nella stanza dove si è consumato l’omicidio. In particolare prelevando campioni di sangue per capire dove si trova quello di Sara e dove quello di Imad. Sul luogo del delitto era presente anche il medico legale. I carabinieri hanno anche sequestrato due fucili da caccia appartenenti a Roberto Baldi, il padre di Sara, che è cacciatore e li deteneva regolarmente. Sequestrata anche la sua automobile. L’uomo è stato poi sottoposto alla prova del guanto di paraffina per vedere se ha sparato di recente, ma serviranno alcuni giorni per avere i risultati. Tutte procedure di routine, spiegano i carabinieri. Roberto Baldi non è indagato, anche se è ormai certa la presenza di una terza persona nella stanza dell’omicidio. Da stabilire anche la compatibilità dei pallini da caccia con le armi sequestrate.
Le indagini proseguiranno a ritmo serrato e lo studio sugli schizzi di sangue effettuati dal Ris, che hanno lasciato la casa intorno alle 20, serviranno per chiarire quanto meno la dinamica dell’omicidio. Al momento non sono previsti interrogatori ai vicini di casa, nonostante l’esplosione di due colpi di fucile possa essere stata sentita anche dalle abitazioni vicine al 17 di via Ariosto. E proprio il silenzio in cui è avvenuta l’uccisione dei due ragazzi resta uno dei misteri più grossi di questa tragedia. Possibile che nessuno non abbia sentito nulla?
Ma è stata una lunga giornata anche per chi in via Ariosto 17 ci vive. La leggera pioggia che ha bagnato questo freddo mercoledì di luglio ha reso l’atmosfera ancor più triste. Fin dal mattino non si è mai fermato il via vai di parenti e amici che hanno fatto visita ai familiari della ragazza. Mentre i residenti della zona ancora non si capacitano per l’accaduto. Una signora, che abita in via Ariosto da sempre, racconta come “una maledizione si sia abbattuta su questa famiglia. In passato due parenti di Roberto erano morti in tragico modo, adesso è toccato alla figlia”. La signora si riferisce in particolare  all’uccisione di Stefano Baldi, una delle vittime del mostro di Firenze, cugino del padre di Sara. Fu trovato morto il 22 ottobre del 1981 a Travalle con la fidanzata Susanna Cambi.
Nicola Giannattasio
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